La scomposizione nell’arte, un tema centrale che attraversa il passaggio dal XIX al XX secolo, è un processo che coinvolge sia l’approccio formale che quello concettuale, portando alla frammentazione e al ripensamento delle convenzioni pittoriche tradizionali. Pablo Picasso fu molto influenzato dalla ricerca artistica di Cézanne a partire dal suo periodo rosa. Già nel 1905 in questo famoso e fortunato ciclo di opere l’artista mostra i primi segni di cubismo nella rappresentazione dei volumi e nella scelta dei colori. Molti studiosi vedono proprio in queste caratteristiche l’influenza dell’allora anziano e famoso Cézanne. Da Cézanne fino a Picasso, la scomposizione si è trasformata in uno degli elementi centrali dell’evoluzione artistica, in particolare nell’ambito della pittura moderna.
Cézanne: L’Inizio della Scomposizione
Paul Cézanne, pittore post-impressionista, è spesso considerato il precursore della scomposizione formale nella pittura. Pur essendo lontano dalle idee di cubismo che avrebbero caratterizzato il secolo successivo, Cézanne iniziò a separare gli oggetti in forme geometriche. Nei suoi paesaggi e nature morte, Cézanne esplora il modo in cui la realtà può essere “scomposta” in piani distinti e moduli formali. Non cerca di rappresentare un oggetto in modo tradizionale, ma ne studia la struttura interna attraverso l’uso di colori e pennellate. Le sue opere più note, come “La Montagna Sainte-Victoire” e le nature morte, mostrano una visione più razionale della realtà, in cui gli oggetti sono spesso ridotti a cilindri, coni e sfere.
Cézanne prepara quindi il terreno per un tipo di scomposizione che non è solo legata alla frammentazione visiva, ma anche al concetto di vedere il mondo come una costruzione di forme fondamentali. Questo approccio lascia tracce evidenti nella pittura moderna, influenzando direttamente il lavoro di artisti come Picasso.
Paul Cézanne – Montagne Sainte Victoire – Fonte: Galleria d’Arte Purificato.Zero
Il Cubismo: Picasso e la Scomposizione come Stile di Vita
Il vero e proprio culmine della scomposizione nell’arte moderna avviene con il cubismo, movimento artistico che Picasso, insieme a Georges Braque, sviluppa nei primi decenni del Novecento. La scomposizione non è più solo una tecnica, ma diventa il modo di concepire l’arte stessa.
Picasso e Braque, influenzati da Cézanne, iniziano a frammentare le immagini in piani e prospettive multiple, per rappresentare simultaneamente diversi punti di vista di un oggetto. L’idea di una visione unica e statica dell’oggetto viene quindi messa in discussione: nell’arte cubista, l’oggetto non è più visto da un solo angolo di osservazione, ma viene scomposto e ricomposto da diversi punti di vista, creando una rappresentazione che rende l’idea di tridimensionalità su una superficie bidimensionale.
Il cubismo evolve in due fasi principali:
- Cubismo Analitico (1907-1912): Qui la scomposizione si manifesta attraverso un’analisi razionale degli oggetti, che vengono frantumati in piani geometrici e colori neutri. L’oggetto, come nel caso dei ritratti o delle nature morte, perde la sua forma definita e si trasforma in una serie di piani interconnessi che si sovrappongono e si intersecano.
- Cubismo Sintetico (1912-1919): Questa fase segna una semplificazione e una “sintesi” delle forme. Picasso e Braque incorporano elementi esterni (come la carta stampata, la colla e la pittura a collage) per suggerire la realtà attraverso forme più semplici, spesso monocromatiche o con l’utilizzo di collage. Qui la scomposizione diventa un mezzo per rielaborare la realtà in nuove costruzioni formali, creando un linguaggio visivo che sfida la percezione tradizionale.
La Scomposizione come Metodo Espressivo
Picasso, tuttavia, non si limita a usare la scomposizione solo nel cubismo. Con il passare degli anni, la scomposizione diventa una sorta di “metodo di vita”, non solo pittorico ma anche esistenziale. In molte delle sue opere successive, come nel celebre “Guernica” (1937), l’elemento della scomposizione visuale riflette la distruzione e la sofferenza causate dalla guerra. Le forme, le figure e gli oggetti sono completamente disgregati e ridotti a parti astratte, per esprimere la tragedia, il caos, il dolore.
Nel corso della sua carriera, Picasso diventa maestro nel manipolare le forme, nel distruggerle e ricomporle in modi sempre nuovi, rendendo la scomposizione una caratteristica imprescindibile della sua arte. La scomposizione diventa quindi un linguaggio non solo per indagare la percezione, ma anche per esplorare i conflitti interiori, la politica, la storia e la condizione umana.
Conclusioni
La scomposizione nell’arte da Cézanne a Picasso non è solo una questione tecnica, ma diventa un potente strumento per esplorare e rappresentare la realtà in modi completamente nuovi. Cézanne getta le basi con la sua ricerca sulla struttura degli oggetti, mentre Picasso, attraverso il cubismo, porta la scomposizione a livelli estremi, trasformandola in un’arte della frammentazione visiva e concettuale. In questo processo, l’arte diventa non solo un mezzo di rappresentazione del mondo, ma anche una riflessione profonda e critica sulla realtà stessa.
Francesco Zero