Film nazional-popolari la cui trama veniva realizzata cavalcando l’onda della popolarità del brano musicale del momento

Il Musicarello, un termine che per le giovani generazioni appare del tutto sconosciuto e che, al contrario, rievoca tempi ormai lontani a chi è un po’ più grande e magari ha vissuto pienamente quel periodo. Parliamo di un genere cinematografico molto in voga negli anni ’60 e primi anni ’70.

Di cosa si trattava esattamente? Il Musicarello era un film la cui trama veniva realizzata sulla base di un successo musicale di quel o quella cantante. Cavalcando l’onda della popolarità del brano, si strutturava un racconto che vedeva l’interprete calarsi nei panni di attore o attrice ed interpretare la parte del o della protagonista. E quanti nomi celebri hanno recitato davanti alla macchina da presa: il più famoso è stato sicuramente Little Tony, icona degli anni ’60, seguito da Gianni Morandi, Bobby Solo, Caterina Caselli, Al Bano e Romina Power, Mario Tessuto e tanti altri. Ci piace ricordare anche il nome di colui che ha prestato la voce a molti di questi cantanti in fase di recitazione: Massimo Turci.

Fonte: eBay

E in questi racconti, apparentemente semplici, non vi era solo il successo del momento che dava anche il titolo alla pellicola ma venivano inseriti altri brani musicali, sempre di quell’album o di altri dischi dell’Artista che avevano, comunque, conquistato il pubblico. Una pubblicità fatta con intelligenza, insomma!

Fonte: Titanus

Fonte: eBay

Altro aspetto interessante dei Musicarelli è legato ai nomi che vi prendevano parte: infatti, si potevano trovare personaggi come Peppino De Filippo, Nino Taranto, Dolores Palumbo, Antonella Steni, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, un giovane Ferruccio Amendola (destinato a diventare il Re dei doppiatori) che in quegli anni stava muovendo i primi passi nel mondo della recitazione, un altrettanto giovane ma già affermato Pippo Baudo e il regista Bruno Corbucci, che ha firmato tante di queste pellicole.

Fonte: 01 Distribution

Erano film che, rivedendoli oggi nei vari passaggi televisivi (specialmente d’estate) suscitano una tenera nostalgia e portano a riscoprire una società ormai passata dove però la qualità della vita era senz’altro migliore ed anche il concetto del “Bello” aveva uno spessore assai differente rispetto ad oggi.

Fonte: Amazon.it

Certo, se dovessimo pensare ad una riproposizione dei Musicarelli in chiave moderna, il materiale sarebbe veramente scarso; le “canzoni” odierne sono talmente banali nei testi e negli arrangiamenti che costruirci una storia sopra richiederebbe un miracolo! E se si puntasse sul Rap o, peggio ancora, sul Trap, più che di Musicarello dovremmo parlare di “Horrorello”. Credo che in fatto di violenza (messaggio chiave di questi “brani”) se ne parli già abbastanza tanto nella realtà quanto nella finzione cinematografica.

Non resta altro da fare che ricordare i vari “Riderà”, “Peggio per me, meglio per te”, “Zum, Zum, Zum”, “Nel Sole”, “W le Donne”, “Il suo nome è Donna Rosa”, “Non son degno di te”, “Se non avessi più te”, “Una lacrima sul viso” e tanti altri titoli come parte della cinematografia nazional-popolare che però, come le canzoni che la compongono, è rimasta e sarà sempre un ‘evergreen’.

Stefano Boeris

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *