Dall’Agro Romano alla città

Istituita ufficialmente con delibera del Consiglio Comunale (proposta n. 201 – 21 luglio 1920), via Tor de’ Schiavi era in origine una strada interpoderale, la via di bonifica n. 38 realizzata in due tronchi, il primo che collegava la via Tiburtina con la via Collatina e il secondo che collegava la via Prenestina con la via Casilina.

Il primo tronco realizzato agli inizi del 1900 attraversava, all’interno della tenuta di Casal Bruciato o di Grotta di Gregna, il lotto V di proprietà dei fratelli Giuseppe e Raffaele Nardi, e il lotto IV di proprietà di Achille Scarpitti. La tenuta di Gottifredi o di S. Anastasia, contigua a quella di Grotta di Gregna, venne frazionata in tre lotti ceduti rispettivamente, 21 ettari ad Achille Scarpitti, 32 ettari a Giovanni Stacchini e 16 ettari a Federico Sinibaldi. La strada poderale che collegava i diversi lotti venne successivamente prolungata fino alla via Collatina Vecchia e nel 1920 assunse la denominazione di via di Grotta di Gregna dal nome della tenuta.

Fonte: Collezione privata Giovanni Mulas (Edizioni Diena)

Il secondo tronco della via di bonifica n. 38, che collegava la via Prenestina con la via Casilina, assunse invece nel 1925 la denominazione di via Tor de’ Schiavi per la vicinanza con la tenuta situata tra il II e il IV chilometro della via Prenestina, proprietà nel 1571 di Vincenzo Rossi dello Schiavo, dalla quale appunto deriva il nome. La frammentazione delle proprietà e i segni di confine delle grandi tenute, strade, siepi, recinzioni, fossi si erano conservati inalterati, salvo parziali alterazioni, fino agli inizi del Novecento. Il percorso venne ricavato collegando e sistemando alcuni tracciati parziali di confine tra proprietà già esistenti disposti in posizione leggermente rialzata rispetto alla quota dell’ampio fondovalle in relazione con il fosso di Gottifredi, tributario dell’Aniene.

I lavori di risanamento idraulico del Fosso di Gottifredi riguardarono il regolare e completo incanalamento delle acque, l’allacciamento delle sorgive, la sistemazione e la rettifica degli scoli e dell’alveo. Dalla cartografia storica ne risultano evidenti i segni tipici del paesaggio di bonifica, che incidevano e caratterizzavano il tratto di campagna che separava Tor Pignattara da Centocelle, l’ampio pianoro attraversato da sud a nord dal Fosso della Marranella, dal Fosso di Gottifredi e dal Fosso di Centocelle. Il primitivo percorso della strada sfruttava e univa dunque preesistenti tracciati di bonifica agricola privata presenti nel territorio già alla fine dell’Ottocento.

Dalla via Prenestina la strada si dirigeva verso le propaggini del pianoro di Torpignattara e si congiungeva alla strada poderale in prossimità dell’odierno Casale Somaini. Il tratto successivo, per il quale era prevista la realizzazione in un secondo tempo, doveva raggiungere la via Casilina in corrispondenza dell’odierna via Valmontone. Nei rilievi dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, realizzati su commissione del Comune di Roma e pubblicati nel 1924, la strada è tracciata lungo il fondovalle e risulta regolarizzata e indicata come via Militare. In realtà i forti militari erano rimasti operativi fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale e quindi, a causa della loro obsolescenza, utilizzati come depositi e caserme finché, col Regio Decreto del 1919, furono radiati dal novero delle fortificazioni dello Stato.

Nel nuovo elenco delle strade di bonifica costruite nell’Agro romano prima del 1923 la strada viene indicata con il n. 32; lungo il percorso era dotata di piccoli ponticelli che favorivano il deflusso dei brevi corsi d’acqua, a carattere temporaneo, che la attraversavano. Questa rete viaria, costituita da strade interpoderali e consorziali, costituirà nel tempo la maglia strutturale, organizzativa e funzionale del territorio, intorno alla quale si svilupperà il tessuto insediativo, in parte legale e talvolta spontaneo; lungo la strada di bonifica che congiunge la via Casilina alla Prenestina inizierà a sorgere, a partire dal 1921, il primo nucleo insediativo della borgata rurale di Centocelle. composta da 29 alloggi per 29 famiglie, 1 ettaro e mezzo per lotto. L’area già appartenente alla tenuta di “Roma Vecchia – Unità Alessandrina” era situata presso la Stazione della ferrovia Roma-Fiuggi, sulla via Casilina.

Nel luglio 1920 il Consiglio Comunale istituisce per le strade della borgata rurale di Centocelle i nomi delle città del Lazio inferiore. Secondo quanto previsto dal regio decreto-legge 23 gennaio 1921, n. 52, poiché la zona si trovava a una distanza minore di cinque chilometri dalla cinta daziaria del comune, fu necessario un regio decreto di autorizzazione, emanato in seguito al parere favorevole del Comune di Roma attestante la compatibilità del nuovo centro abitato con lo sviluppo del piano regolatore della città.

Il 1° febbraio del 1922 viene presentato dalla “Società Cooperativa borgate agricole Roma” il piano generale dei lavori che prevedeva l’edificazione di 48 case di diversa tipologia, a un piano sopraelevato o a due piani, area di 70-80 metri quadrati, tutte dotate di veranda e scantinato, su una superficie di 50 ettari. Il 19 febbraio 1923 viene stipulato il contratto di mutuo fra il Ministero dell’Agricoltura e la Società Cooperativa e con Decreto Ministeriale del 6 maggio viene approvata l’erogazione di 2.000.000 di lire. Il percorso della strada viene, quindi, parzialmente rettificato per favorire il collegamento con la via Casilina e l’accesso diretto alla Stazione di Centocelle.

Fonte: Collezione privata Giovanni Mulas (Edizioni Diena)

Nel 1925 il Commissario Governativo delle Ferrovie Vicinali richiede la deviazione del tratto terminale della via per esigenze del servizio ferroviario in quanto la sede stradale attraversava e separava il Deposito dei treni dalla Stazione di Centocelle; la deviazione avrebbe consentito l’unificazione e l’ampliamento degli impianti. Il Regio Commissario accoglie la richiesta con delibera 1861/1925 e il 28 aprile del 1927 viene aperta all’esercizio la diramazione delle Ferrovie Vicinali “Centocelle-Piazza dei Mirti”. Nella notte tra il 17 e il 18 luglio del 1925, per motivi di “perequazione tributaria”, la cinta daziaria viene spostata fino a via Tor de’ Schiavi; si tratta di un passaggio storico importante che costituisce l’atto di inclusione dell’area urbana nel territorio amministrativo interno al Comune di Roma.

Questo atto amministrativo trasforma ufficialmente Centocelle da borgata rurale della campagna romana in ‘centro abitato compreso nel comune chiuso’ di Roma. Con la Deliberazione del Regio Commissario n. 1281 del 30/07/1925 sono conferiti i nomi alle nuove strade del suburbio Prenestino-Labicano con “nomi di fiori e di alberi”; l’asse viario principale del quartiere si sposta così sulla via dei Castani. Nel 1935 l’immobile di proprietà della signora Calvitti Maria in Fioravanti, sito in via Tor de’ Schiavi angolo via dei Pioppi, viene sottoposto al vincolo di esproprio per l’allargamento e la rettifica della via Tor de’ Schiavi poiché l’edificio formava una curva assai pregiudizievole per la viabilità e inoltre per consentire la realizzazione della piazza prevista dal piano che rispondeva a criteri di razionalità e a esigenze di una più armonica sistemazione urbanistica.

 Il 26 marzo del 1935, Anno XIII dell’Era Fascista, il Governatore di Roma respinge con la deliberazione n. 2212 il reclamo inoltrato dalla proprietaria. Tuttavia, l’atto esecutivo si concretizzerà soltanto intorno alla metà degli anni Settanta. Dal 1953, con la Delibera del Consiglio Comunale n. 923 del 14/07/1953 iniziano a comparire nella toponomastica i nomi di eminenti botanici e micologi, alcuni dei quali tra i principali artefici nella redazione dell’Erbolario Romano. Con la stessa delibera viene anche istituito il viale della Botanica, inizialmente nel tratto di strada compreso tra la via Casilina e la via dei Pioppi; quindi, con successive delibere il nome viene esteso fino a via delle Robinie. Con la Delibera della Giunta Municipale n. 10998 del 01/12/1976, tutto il viale che da Via Tuscolana conduce alla via Tiburtina viene intitolato a Palmiro Togliatti e viale della Botanica definitivamente soppresso.

Giovanni Mulas

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