De Mita ha fatto parte di un gruppo di Politici dotati di una preparazione e di un carisma che oggi appaiono lontani anni luce

Potremmo definirlo così: “ultimo protagonista della Prima Repubblica”. Ciriaco De Mita, classe 1928, si è spento all’età di 94 anni nella sua Nusco, in provincia di Avellino, portando con sé una conoscenza della macchina politica italiana che lo aveva visto tra i principali “piloti” (per usare un termine automobilistico), specialmente negli anni ‘70 e ’80. 

Figlio di un sarto (che svolgeva anche il lavoro di postino) e di una casalinga, De Mita aveva frequentato il Liceo Classico in un paese vicino Nusco (Sant’Angelo dei Lombardi) per poi andare, grazie ad una borsa di studio, al Collegio Augustinianum e all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano dove conseguì la laurea in Giurisprudenza.

Era il 1953 quando il futuro Presidente del Consiglio fu tra i primi aderenti alla corrente “Sinistra di Base”, e nel 1956 venne eletto consigliere nazionale della DC al congresso di Trento. Divenne deputato per la prima volta nel 1963 nella circoscrizione Benevento-Avellino-Salerno e nel 1966 alla Camera.

Nel 1982 giunse al ruolo di Segretario nazionale della DC. Il partito, però, subì un grave calo nelle elezioni politiche l’anno successivo; nonostante questo, l’ex ragazzo di Nusco, restò in carica venendo ripetutamente confermato fino al congresso del 1989.

Il Presidente della FIAT, Gianni Agnelli lo definì “un tipico intellettuale della Magna Grecia”. A tale affermazione rispose Indro Montanelli: “Dicono che De Mita sia un intellettuale della Magna Grecia. Io però non capisco cosa c’entri la Grecia”.

Fonte: Wikiwand

Nel 1985 il suo nome rientrò nella classifica degli uomini più potenti d’Italia (settimanale “Il Mondo”), in compagnia dello stesso Agnelli e Bettino Craxi.

Nell’aprile del 1988, l’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, gli affidò l’incarico di formare un nuovo governo. Fu così che De Mita si trovò alla guida di un pentapartito avente come attori i democristiani, i socialisti, i repubblicani, i socialdemocratici ed i liberali.

Nel 1996 fu tra i sostenitori della nascita dell’Ulivo posizionato su idee di centro-sinistra e, nel 2002, fece parte dei fautori che spinsero l’ingresso del Partito Popolare nella Margherita.

Negli anni 2000 comunicò la propria adesione nel Partito Democratico (PD) ma nel febbraio 2008 diede l’annuncio del suo ritiro dal Partito, in polemica con lo statuto del partito stesso.

L’ultima parte di attività politica lo vide Sindaco di Nusco, carica che ha tenuto fino alla fine.

Al di là delle personali convinzioni politiche, possiamo dire, senza smentita alcuna, che De Mita ha fatto parte di un gruppo di Politici dotati di una preparazione e di un carisma che oggi appaiono lontani anni luce; chi attualmente ha potere decisionale, in quel tempo, avrebbe potuto aspirare alla carica di assistente del vice portaborse.

Ma anche questo fa parte della Storia Verde, Bianco e Rossa.

Stefano Boeris

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