Draghi al meeting di Rimini ha confermato la sua statura e noi dobbiamo immaginarci che al suo posto arriverà…

Chi avrebbe mai potuto immaginare che nella competizione elettorale che dovrà, si spera, definire chi governerà l’Italia per i prossimi anni, il tema del gas avrebbe occupato molto del tempo dei nostri leaderini.
Quello del gas è un problema sorto già prima della guerra in Ucraina che si è ovviamente ingigantito quando Putin, messo alle strette dalle sanzioni dell’Occidente, ha cominciato ad utilizzare la fornitura di gas, come strumento di ricatto nei confronti dei Paesi europei.
La dipendenza dal gas russo è un problema che viene da lontano ed è segnato sia da rapporti nati ai tempi del governo Berlusconi, sia dalla cecità degli ambientalisti italiani, spalleggiati dal PD, che hanno impedito sistematicamente ogni ragionevole politica energetica italiana.

Fonte: Il Primato Nazionale

I danni fatti dal NO a tutto lì stiamo scontando adesso è la cosa incredibile è che questi guastatori, trovano ancora udienza nella coalizione messa in piedi da Letta. Incredibile pensare di governare con questa gente, che non ha nel proprio DNA la cultura di governo, e incredibile è stato scegliere questi partiti piuttosto che creare una alleanza con aggregazioni moderate e riformiste.

In questo schema messo in piedi da Letta sarà quasi naturale una convergenza post elettorale con i 5S, ponendosi come aggregazione di forze incompatibili far loro e quindi incapaci di offrirsi come credibile alternativa alla destra che, secondo i sondaggi sembra destinata a vincere queste elezioni. Peccato che il PD abbia ceduto all’alla degli ex comunisti che hanno preferito Bonelli e Fratoianni a Calenda e Renzi, più affidabili anche in campo internazionale.
Tornando al gas, i costi per le imprese e le famiglie italiani stanno raggiungendo livelli insostenibili e Draghi, che comunque si è già attivato da tempo per rendere l’Italia indipendente dai Russi,dovrà probabilmente aumentare il debito per sostenere questa situazione che può diventare devastante per il Paese.
Passando alle ricette in economia, un po’ vaghe dei partiti, si capisce che come al solito, la destra è per abbassare le tasse e cercare una pace fiscale tra contribuenti e Stato, la sinistra è per un graduale spostamento verso politiche sociali capaci di sostenere le difficoltà dei cittadini. Poco si parla di come aumentare le retribuzioni, le più basse in Europa, di come creare vero lavoro per le nuove generazioni, come riuscire ad avvicinarsi alle democrazie europee più avanzate, dopo anni, salvo rare eccezioni, di immobilismo causato da asfissianti mediazioni.

L’Italia è un Paese senza coraggio e questo dato caratteriale di chi ci ha governato, ha reso l’Italia il fanalino di coda dei paesi industrializzati.

Fonte: Il Riformista

Credo che il problema principale dei partiti in campo, sia la loro collocazione internazionale. Spero abbiano capito tutti che governare contro la UE o contro l’Euro è un suicidio politico per l’Italia che pagherebbe un pericolosissimo isolamento. E, purtroppo, nelle coalizioni, convivono diversi sentimenti e simpatie: nella comitiva del PD, oltre che nello stesso PD dove esistono malcelate simpatie putiniane, convivono Bonelli e Fratoianni sempre molto critici con l’alleanza atlantica e di simpatie putiniane; nella destra abbiamo una Lega che non ha mai nascosto di preferire Putin all’Occidente senza mai aver chiarito i rapporti economici con quel regime e Forza Italia che sta un po’ con Putin con la nota amicizia di Berlusconi con il dittatore russo e metà partito fedele all’alleanza atlantica.

Infine la Meloni, solerte nel confermare fedeltà alla NATO e agli USA, però incline ad un populismo di destra, incarnato in Europa da Orban.

Il Terzo Polo, sostiene la necessità di riportare Draghi a Palazzo Chigi, sembra lontano anni luce da suggestioni populiste o anti Occidente. Infine i 5S, in stato confusionale sia nella politica interna sia nella loro collocazione internazionale. La loro marginalità e la loro inutilità è stata capita da tutti, meno che dal PD, che con il cappello in mano aspetta il dopo elezioni per allargare la coalizione, così, tanto per fare numero e contare di più con l’armata Brancaleone che ha messo in piedi.
L’estate ha relegato la guerra in Ucraina nelle ultime pagine dei giornali. La guerra va avanti, pericolosa come tutte le guerre e ancora non si intravede la fine. Pensare che gli esperti avevano previsto una guerra lampo con il trionfo di Putin. Dispiace che l’Italia sia il Paese con più putiniani. Spalleggiare un sanguinario dittatore con giustificazioni tra le più assurde è proprio di un Paese pronto ai voltafaccia. Per ora la stragrande maggioranza degli italiani ha capito chi ha ragione e chi torto e l’assurda pretesa dei nostalgici dell’Unione Sovietica che affermano che la pace si ottiene solo con la resa di un popolo che ha subito una invasione, la dice lunga su quanto resistono certe ideologia.
Siamo in campagna elettorale e quindi, come in tutte le competizioni elettorali italiane, è riemerso il pericolo fascista. Una preghiera. Basta. Le elezioni si devono vincere con le idee, non sbandierando pericoli di un ritorno ad un regime che nessuno considera più.
I virologi sono pronti a raccontarci le varianti del COVID, gli esperti di geopolitica sono pronti a parlare del nulla facendo previsioni sempre sbagliate, e noi prepariamoci all’austerità , a stare meno caldi a casa, ad usare meno la macchina….insomma dopo il COVID, la guerra, adesso arriva la crisi energetica. E non c’è più Draghi, che tutto il mondo ci invidia e che quei nanetti della politica italiana, hanno cacciato via. Draghi al meeting di Rimini ha confermato la sua statura e noi dobbiamo immaginarci che al suo posto arriverà……. Meno male che è cominciato il Campionato di Calcio……

FRANGES

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