Quando ripartirà la Germania, vera locomotrice europea, avremo posti di lavoro veri e non solo la scoperta di lavori già esistenti.

L’interpretazione dei dati macroeconomici non è mai facile, soprattutto nei tempi moderni dove tutto è globalizzato e le ripercussioni degli eventi sociali e politici incidono in modo pesante sull’economia.

Le obiezioni urlate a gran voce dalle opposizioni sui dati economici conseguiti dal governo e dallo stesso giudicati positivi, sono incongruenti e inaccettabili, ma soprattutto “atecniche”.

Non c’è governo che in un anno avrebbe potuto sistemare l’economia, soprattutto ereditando disastri come il Superbonus (operazione evidentemente demagogica – non si è capito perché, se si voleva rilanciare l’edilizia a spese dello Stato, non si siano riqualificate le strutture scolastiche e sanitarie che cadono a pezzi quasi ovunque, invece di ristrutturare le seconde case dei benestanti) o il reddito di cittadinanza.

Anche il super pubblicizzato miglioramento dei dati economici ci sembra uno sproposito a fronte di una crescita del PIL che viaggia tra lo 0,6 e lo 0,9 % nonostante i primi effetti del PNRR.

Gli unici dati seri a cui riferirsi per la maggioranza governativa sono il modestissimo aumento del PIL, contro dati europei in stagnazione, e una consistente crescita dell’occupazione che peraltro coinvolge anche gli Stati europei a crescita zero.

Fonte: Fanpage

Ma se l’opposizione avesse un minimo di cultura economica saprebbe che, quando la domanda e l’offerta si rincontrano ad un livello più alto di prezzo (dicesi inflazione), cresce anche il livello dell’occupazione. Ed infatti l’occupazione stessa aumenta anche nei Paesi europei che non crescono ma che sono stati soggetti alla medesima inflazione.

Questo lo dimostrò Edmund Strother Phelps che vinse un Nobel partendo dalla teoria denominata Curva di Philips che riporta la relazione che intercorre tra inflazione e disoccupazione. Peraltro, detta curva fu studiata prima in via statistica e quindi formulata in via teorica.

Fonte: Policonomics

Fonte: OkPedia

L’aumento dell’occupazione in Italia è figlio di questo effetto così come in tutti gli Stati europei pur se stagnanti.

Non è certo la crescita dello 0,9 % che può portare al record storico dell’occupazione italiana che appare ancora più accresciuta dalla cancellazione di gran parte del reddito di cittadinanza e di altri sussidi creati e gestiti in modo del tutto discutibile.

C’è un numero molto consistente di persone che, non avendo più interesse a risultare disoccupati o inoccupati, hanno accetto che il lavoro in nero da loro svolto per ottenere il reddito di cittadinanza o altro sussidio, venisse regolarizzato.

Come per i cosiddetti “lavoratori poveri” che chiedevano al datore di lavoro di essere contrattualizzati part-time, per poter avere un reddito inferiore agli euro 700 mensili, al fine di poter accedere anche al sussidio di cittadinanza.

Con questo non si vuole significare che la povertà non esiste, ma che le motivazioni della crescita dell’occupazione non sono merito di nessuno. Solo che l’opposizione politica non lo sa e invece di replicare con argomentazioni serie ulula alla luna.

Il governo non ha lavorato male e sicuramente ha fatto meglio degli altri Paesi europei, ma solo quando ripartirà la Germania, la vera locomotrice europea e nostro primo partner commerciale, avremo posti di lavoro veri e non solo la scoperta di lavori già esistenti, per i quali il governo ha di fatto creato i presupposti per l’emersione.

Ferruccio Zappacosta

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