Crosetto destituisce il generale, la Lega sembra aprirgli le porte

Ad un mese dalla pubblicazione del suo libro “Il mondo al contrario”, il generale dell’Esercito Roberto Vannacci continua a far parlare di sé grazie alle sue apparizioni in tutte le reti televisive italiane. Il caso, scoppiato ormai alcune settimane fa, non smette di suscitare un forte dibattito nella società e nel mondo politico. A far discutere sono le affermazioni contenute nel libro e gli spinosi temi toccati, che vanno dall’omosessualità all’immigrazione.

In merito alla prima, il generale ha scritto che “le coppie arcobaleno non sono normali” e che “se tutto sembra normale, è colpa delle trame della lobby gay internazionale” che avrebbe impedito l’utilizzo di termini come frocio e ricchione.

Tra i “diversi” sono annoverati anche gli immigrati, che seppur muniti di cittadinanza italiana (come il caso della pallavolista Paola Egonu) sono rei di non aver i tratti somatici dell’italianità.

E il generale non si risparmia nemmeno sulla legittima difesa, chiedendosi perché, se un ladro entra in casa “non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”. Come se non bastasse, Vannacci conclude con la rivendicazione del diritto all’odio e al disprezzo.

Fonte: La Fionda

Queste sono solo poche delle tante folli esternazioni del generale, la cui lotta al politicamente corretto sembra puzzare di razzismo e omofobia. Sarebbe da chiedersi se sia veramente questo il modo giusto per combattere il politicamente corretto.

Ma aldilà delle gravi e offensive affermazioni del generale, questo caso ci permette di fare due riflessioni più generali. Premesso che il generale abbia tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni, le questioni su cui bisognerebbe riflettere sono l’opportunità di tali esternazioni e il consenso che esse hanno ottenuto.

In merito al primo tema, è opinione di chi scrive che chi riveste cariche istituzionali debba avere maggior accortezza nell’esternare opinioni strettamente personali rispetto ad un qualunque privato cittadino.

Il rischio è quello di screditare l’immagine delle intere forze armate, minando l’indispensabile fiducia che i cittadini dovrebbero avere verso di esse. Quando a parlare sono politici, magistrati o componenti dell’esercito, ci si dovrebbe ricordare che c’è in ballo la credibilità del Paese.

Di questo stesso avviso è l’Esercito italiano, che ha preso le distanze dalle affermazioni del generale specificando come i contenuti del suo libro “non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari”.

E anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo aver definito le parole di Vannacci “farneticazioni personali”, ha deciso di destituire il generale dal ruolo di comandante dell’Istituto geografico militare per le ragioni sopra citate.

Il secondo argomento di discussione scaturisce dalla popolarità che il libro ha avuto. “Il mondo al contrario” è infatti ancora in cima alla lista della categoria “Besteller” di Amazon, dimostrando di aver ottenuto un notevole successo.

È innegabile che il volume del generale abbia intercettato i sentimenti di una fetta importante della società italiana stanca della deriva del politicamente corretto. Tanto che da molti è considerato quasi un manifesto politico. Per questi motivi, il generale ha fatto breccia su quella parte della politica italiana che si rispecchia nei temi trattati da Vannacci.

Non a caso si parla (ma ad oggi è solo una voce mai confermata) di un possibile approdo del generale tra le file della Lega. A dire il vero, però, il generale ha creato non pochi grattacapi alla maggioranza, divisa tra chi sostiene apertamente Vannacci e chi mantiene una linea più istituzionale.

Insomma, il caso del generale continua a far discutere e solo il tempo ci dirà se sarà pronto a calarsi nel mondo politico.

Giulio Picchia

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