Sembra ormai evidente, che l’equilibrio, che si era instaurato tra le varie nazioni, sia definitivamente saltato, e non sarà assolutamente facile, ricostruirlo

Le prossime elezioni europee 2024, si terranno dal 6 al 9, giugno, in tutti i 27 stati membri, dell’Unione europea. Ogni singolo stato membro, avrà la facoltà di organizzare in una o più giornate, la possibilità per tutti gli aventi diritto, di andare a votare.

L’ informazione sul Parlamento europeo, il lavoro amministrativo e politico che svolge, è sempre stata molto carente, in Italia, come in tutta Europa.

In un sempre più diffuso disinteresse, per la politica in generale, il Parlamento europeo, appare ai più, come un organismo esterno e superfluo, che poco incide sulle nostre vite. Pochi sanno che la frequenza delle elezioni europee, è ogni cinque anni, che il numero dei deputati complessivi del Parlamento è di 720, di cui 76 italiani.

Ancora meno, tutte le attività politiche ed economiche, progetti futuri e ambizioni, che vengono alla luce, solo in tempo di campagna elettorale. Sicuramente, questo ambizioso progetto, di rendere un blocco coeso ed unito il “vecchio continente” è molto faticoso, e nel suo percorso sta incontrando , grandi ostacoli e molti limiti.

Già oltre vent’anni fa con l’entrata in vigore dell’euro, la moneta unica europea, vi furono molti problemi e polemiche, causate da oggettive diseguaglianze nel cambio dalle monete nazionali, all’euro.
Tutti ricordiamo, quanto fu complicato e penalizzante, il cambio euro lira, che sicuramente, senza andare a scomodare grandi economisti, doveva e poteva essere gestito più equamente.

Fonte: HuffPost

E le sfide e le problematiche, che attendono la nuova formazione del Parlamento europeo che uscirà dalle urne , di queste elezioni di giugno, si prospettano sempre più complesse e ampie nei contenuti.
L’instabilità sociale ed economica, che pervade in questi ultimi anni tutto il mondo che ci circonda, allarma sempre di più tutti noi.

Guerre, conflitti, e tensioni, sembrano essersi impadronite improvvisamente del nostro pianeta, dopo decenni di relativa tranquillità. Sembra ormai evidente, che l’equilibrio, che si era instaurato tra le varie nazioni, sia definitivamente saltato, e non sarà assolutamente facile, ricostruirlo. Come non sarà facile gestire e ottimizzare al meglio, il flusso dei migranti, problema ormai cronicizzato da decenni.

Abbiamo assistito e visto, nel corso degli anni, tanti governi, italiani, stranieri e del parlamento europeo, cercare un accordo di gestione comune, per questa complessa problematica.

Il risultato è stato sempre a dir poco fallimentare e anzi appare sempre più accentuato.
E questo ritengo, sia il più grande fallimento, che la politica in Europa abbia mai prodotto, facendo perdere, a noi cittadini europei credibilità e senso di appartenenza alla sua Istituzione. In questo scenario , si svolgeranno le prossime elezioni europee di giugno.

E senza parlare, di risvolti propriamente politici, mai come oggi, visti gli accadimenti di questi ultimi anni, si sente il bisogno di un Europa forte, coesa, unita veramente.

Un Europa che non sia solo una sfuocata istituzione politica-amministrativa, ma che coinvolga tutti i 446.000.000 di cittadini, di tutti gli stati membri, con una politica, condivisa , razionale, che venga incontro alle esigenze di ogni singolo stato. Le aspettative non sono delle migliori.
Appare molto lontano, uno spirito comune europeo, e si teme anche un forte astensionismo, che favorirebbe la crescita politica, formazioni oltranziste e radicali, con il loro ingresso in parlamento europeo.

A giugno ne sapremo sicuramente di più anche se, saranno poi i mesi e gli anni successivi, a fornirci il vero termometro, e dirci se qualcosa è cambiato, a prescindere dai singoli membri del Parlamento.

Filippo Gesualdi

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