Solo i grillini convinti sul no, tanto da crearci una crisi di governo

Tra i rifiuti che ristagnano nelle strade della Capitale e la crisi di governo apertasi nella scorsa settimana, è tornato a centro del dibattito pubblico il tema della costruzione del cosiddetto termovalorizzatore. È stato proprio questo uno dei punti cruciali che ha fatto saltare il governo Draghi, dopo che nella votazione al Senato i grillini hanno deciso di non apporre la fiducia sul decreto Aiuti. Esso prevede infatti l’assegnazione al sindaco di Roma Roberto Gualtieri di poteri speciali per costruire un inceneritore al fine di contrastare l’emergenza rifiuti. Dopo giorni di trattativa su questo e altri temi, senza però ottenere risultati degni di nota, il Movimento 5Stelle ha deciso di non fare passi indietro in merito, determinando così la caduta dell’esecutivo.

Fonte: EconomiaCircolare.com

Nelle ore successive è tornato in voga il tema, dopo che era stato al centro della campagna elettorale dello scorso anno ed aveva visto anche in quell’occasione la forte opposizione del Movimento. A dire il vero, sembra che il partito di Conte sia rimasto il solo a condurre questa battaglia, che invece unisce lo schieramento di centrodestra e pare aver convinto anche il Partito Democratico.

Ad aprile, infatti, il sindaco della Capitale aveva annunciato il progetto per la costruzione dell’inceneritore, che tramite la combustione dei rifiuti produrrà energia. A detta dei più, questo rappresenterebbe l’unica soluzione all’emergenza rifiuti, il cui trattamento oggi è una vicenda assai complessa.

Al giorno d’oggi gran parte dei rifiuti viene incenerita n altre zone d’Italia o d’Europa, ed il costo del trasporto determina anche un innalzamento della tassa sui rifiuti per i cittadini romani. I fautori del termovalorizzatore sostengono dunque che la sua costruzione contribuirebbe ad una riduzione de 20% circa della tassa e permetterebbe inoltre di produrre energia sufficiente per 150mila famiglie.

Per essere ancor più precisi, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale, ha stabilito che nel 2020 circa la metà dei rifiuti appartenesse alla categoria di “non differenziata”, proprio quella che sarebbe smaltita dall’inceneritore.

A non convincere i grillini è proprio la questione relativa all’indifferenziata, poiché sostengono che un impianto del genere disincentiverebbe i cittadini a fare la raccolta differenziata, anche se dai dati delle altre zone d’Italia non sembrano registrarsi dati in tal senso.

Altro aspetto critico evidenziato a più riprese dal Movimento 5 Stelle è la realizzazione di una discarica predisposta a raccogliere gli scarti dell’inceneritore, cosa che porta il fondatore Grillo a dichiarare che il termovalorizzatore rappresenta la negazione dell’economica circolare.

Ennesimo punto di contrasto sul tema, l’eventuale rilascio da parte dell’inceneritore di diossine pericolose per la salute, ma anche in questo caso non sembrano esserci dati importanti che supportino questa tesi, considerando anche gli standard europei da rispettare.

Diverso è per l’anidride carbonica; non vi è dubbio che la sua emissione è uno dei nodi più importante da risolvere in vista della costruzione dell’impianto ed il comune sta lavorando proprio per un suo recupero.

La telenovela sul termovalorizzatore sembra non conoscere fine, ma la sensazione è che con il passare dei giorni salgono le quotazioni per la sua costruzione.

Giulio Picchia

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