Oggi il nostro mondo e la nostra società sono più complessi e pieni di insidie di una volta e i nostri ragazzi hanno bisogno di maggiore sostegno e controllo
Ancora un femminicidio, un crudele e assurdo omicidio, di una ventenne veneta , piena di sogni e tante belle speranze, che il prossimo anno avrebbe conseguito la laurea.
Un sorriso dolce, buono, ingenuo, quello di Giulia, che colpisce per la meravigliosa spontaneità e limpidezza.
La vicenda , triste, crudele, che lascia senza parole, è una delle tante, troppe, che in questi ultimi anni, stanno insanguinando l’Italia, eppure sembra, questa volta, aver particolarmente colpito l’ opinione pubblica italiana.
Forse per la giovane età della vittima e del carnefice, forse per il contesto tranquillo e rassicurante in cui si è sviluppata questa tragedia, forse per la compostezza delle due famiglie, che in maniera diversa, ma ugualmente dignitosa, stanno affrontando questa tragica vicenda, o chissà…
Fonte: VeneziaToday
Trovare le giuste parole e fare opportune riflessioni in queste circostanze, senza cadere nella banalità e nel luogo comune, è difficilissimo.
In questi giorni, ascoltando dibattiti televisivi o leggendo articoli, corsivi e interviste sulla carta stampata, raramente ho ascoltato o letto commenti che a mio giudizio, penetravano realmente nel cuore del problema.
Vorrei partire da un dato molto interessante, sul numero di femminicidi e di gravi violenze domestiche nei confronti delle donne.
Un numero molto più alto nei paesi del nord Europa, che per definizione, hanno un organizzazione famigliare, non di tipo “patriarcale” come da noi in Italia.
Un dato che, volendo dare ragione ai numeri, potrebbe escludere, che la violenza ai danni delle donne, non è legata esclusivamente, ad una impostazione maschilista o patriarcale della nostra società.
Ritengo contrariamente che, nel corso del mio crescere e andare avanti negli anni, la donna abbia conquistato nell’ambito della nostra società , spazi, dignità e consapevolezza che 40-50 anni fa erano impensabili.
E questo, ha inasprito il conflitto, con la parte maschile della società che spesso è impreparata a questo nuovo scenario e a questo confronto, con quello che fino a pochi anni fa era considerato il “sesso debole”.
La parte maschile più fragile, che spesso si nasconde, proprio dietro questi atteggiamenti di aggressività, di gelosia e possessività malata soffre tremendamente questo nuovo scenario sociale.
Poi rimango sempre dell’ idea che, per passare da atteggiamenti molto sopra le righe, ad uccidere una persona, il passaggio sia molto lungo e merita approfonditi accertamenti.
Siamo proprio sicuri, per rimanere nella cronaca di questa terribile storia che Filippo Turetta fosse il ragazzo tranquillo, come tanti, solo molto geloso e possessivo? A casa, a scuola, con gli amici, sempre irreprensibile?
Comunque, sarà importante entrare nelle scuole e parlare di educazione emotiva, dialogare di più a casa con i figli, entrando anche nella loro vita emotiva e sentimentale, senza fermarsi soltanto, ai soliti argomenti e alle solite domande di routine.
Oggi il nostro mondo e la nostra società sono più complessi e pieni di insidie di una volta e i nostri ragazzi hanno bisogno di maggiore sostegno e controllo.
Non facciamoci ingannare, dalla loro apparente sicurezza e arroganza; solo così non spegneremo mai quello splendido sorriso di Giulia.
Filippo Gesualdi