Oggi, i mezzi storici dell’Urbe trovano posto nel polo adiacente la stazione di Piramide ma si tratta di tram e locomotori senza nessun autobus “d’epoca”

Sembra esserci acceso il semaforo verde per il via ai lavori nell’ex rimessa dei trasporti pubblici capitolini sita in via Alessandro Severo (zona San Paolo). Sulla facciata è ancora visibile la scritta di epoca fascista ATAG, ovvero Azienda Tranvie e Autobus del Governatorato. Pochi giorni fa i vari attori coinvolti in questa nuova avventura (Municipio VIII, Dipartimento Urbanistica e Vigili del fuoco, Soprintendenza di Stato e la Sovrintendenza Capitolina) si sono incontrati per discutere sulla riqualificazione del deposito abbandonato per trasformarlo in un vero e proprio Museo del ATAC nonché nuova sede dell’assessorato alla Mobilità.

Fonte: Roma Capitale

Oggi, i mezzi storici dell’Urbe trovano posto nel polo adiacente la stazione metro di Piramide ma, pur essendo particolarmente emozionante, si tratta solo di rotabili (tram e locomotori) senza nessun autobus “d’epoca”.

Da appassionato di motoristica e mezzi di trasporto, ho sempre pensato che fosse giusto dare all’Azienda di trasporto della Capitale uno spazio consono ad ospitare tanto bus quanto tram. In fondo, sono tutti mezzi che hanno fatto parte di una Roma che ci è rimasta nel cuore. I miei primi ricordi sono legati a questi mezzi di colore verde che, di lì a poco (siamo nei primissimi anni ’80) sarebbero diventati arancioni. Penso a modelli su gomma come i FIAT 418, 421, 470 e poi gli IVECO U-EFFEUNO negli anni ’90, fino a giungere ai MERCEDES CITARO e quelli ibridi di ultima generazione. Lo stesso dicasi per i tram: lo STANGA con la caratteristica dello “snodo” tra le due componenti e l’MRS che era un solo vagone. Anche i convogli della Metropolitana meriterebbero visibilità nonostante, all’epoca, il servizio di trasporto sotterraneo fosse gestito dall’ACOTRAL (divenuta COTRAL successivamente).

Fonte: Corriere della Sera

Fonte: Wikipedia

Fonte: Pagina Facebook: Trasporti_pubblici_nel_mondo

Ma per tornare alla ristrutturazione del fabbricato, questi diventerà la Casa della Mobilità della Capitale in cui passato e presente del trasporto pubblico si fonderanno in un’unica dimensione. Nell’hangar centrale, ci sarà spazio per 14 vetture storiche restaurate. E poi l’archivio fotografico dall’800 fino ad oggi e documenti d’epoca.

Il valore del progetto si aggirerà tra i 13 e i 16 milioni di euro, che aumenteranno le casse dell’azienda.

Ma nel deposito vi sarà anche il futuro della circolazione urbana: infatti, verrà realizzato un centro di formazione per autisti, macchinisti, ingegneri che si occupano di tram (la città passerà da 6 a 17 linee entro il 2030) e maestranze; tutti potranno fare corsi di aggiornamento, ciascuno nel proprio ambito.

Un problema che oggi è molto sentito in ATAC (e non solo) è la difficoltà di trovare personale per la guida dei mezzi. Ad inizio aprile è stato aperto un concorso per 400 autisti ma il rischio è che molti emigrino dalle ditte di bus private. Va anche detto che per prendere una patente superiore (la D nello specifico) bisogna spendere una cifra che tocca i 5.000 euro. Un investimento, certo, ma che non tutti possono permettersi! A questo va aggiunto anche il cosiddetto CQC acronimo di “Carta di Qualificazione del Conducente”, volta ad attestare l’abilitazione e le capacità professionali di chi, fino a prova contraria, ha già sostenuto un esame per ottenere la patente. Se poi parliamo di macchinisti di Tram e Metro, ai 5000 euro si somma il costo di formazione specifica per questi mezzi. I prezzi, da quanto si apprende, saranno calmierati grazie all’intervento della Regione Lazio.

Fonte: Lavoro Facile

Il progetto ora dovrà essere discusso nell’aula Giulio Cesare ma ci auguriamo che possa, in tempi logici, diventare una realtà per addetti ai lavori e appassionati.

Stefano Boeris

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