Cosa cerchiamo veramente in questo mese atteso tutto l’anno?

Sta finendo anche quest’estate. Calda, torrida, infuocata. Non so più che aggettivi usare per definirla! Penso che ormai ci dovremmo abituare, ma continuiamo ogni anno a sperare che ritorni tutto come prima, come è sempre stato, un caldo sopportabile che ti dia l’idea delle vacanze, la voglia di viaggiare e di scoprire cose nuove. Con le temperature stabilmente sopra i 30 gradi diventa tutto difficile, anche solo avventurarsi in uno spostamento verso una meta prescelta. Chi ha figli piccoli deve moltiplicare gli sforzi e le proprie capacità organizzative. Passare dall’aria condizionata di un treno, di una macchina o un aereo ad una temperatura estrema stressa non poco.

Ma poi cosa cerchiamo veramente in questo mese atteso tutto l’anno?

Noi italiani ci dividiamo ecumenicamente in due frazioni: gli iperattivi che fanno ore ed ore di sport al giorno, escursioni e qualsiasi altra attività possibile magari in un resort organizzato e quelli che cercano un po’ di tranquillità, di comprarsi un po’ di silenzio magari in un’isola greca più defilata o in un bed and breakfast nelle nostre campagne.

Fonte: Biosalus.NET

In un recente viaggio in Scozia e Irlanda mi sono sentito di appartenere ad una nuova categoria: quelli che vogliono vedere qualcosa ma con dei ritmi più lenti dei soliti frenetici a cui siamo abituati. Cosa c’è di meglio quindi della verde Scozia e della verdissima Irlanda? Niente, pensavo! Gli scozzesi hanno un difetto fondamentale: sono lenti, troppo lenti. Infinitamente lenti.

Fieri della loro storia si sono dimenticati che ormai da decenni è arrivata la tecnologia. Per ordinare al ristorante potrebbe non servire più una penna e un foglio… ma soprattutto è difficile capirsi. Non parlano inglese, non parlano scozzese ma un dialetto espresso con grande velocità verbale che mette a dura prova qualsiasi traduzione simultanea.

Mucche e pecore sono state le protagoniste principali del viaggio. Sono ovunque. Tanto che ti chiedi se i pastori le spostano volutamente dove passano i pullman turistici. Con tutte queste pecore e mucche ti aspetteresti almeno dei magnifici formaggi da assaggiare. Niente, neanche l’ombra. E gli arrosticini che vanno tanto di moda da noi? Non sanno neanche cosa sono.

Qualche valle meravigliosa c’è effettivamente dove la guida ti racconta di epiche battaglie tra i vari clan o contro gli inglesi, ma basta andare in Trentino per vedere cose simili o migliori. E l’acqua? Cristallina, che sgorga da sorgenti incontaminate? Cattiva, piena di cloro dal sapore amaro quasi imbevibile.

Poi c’è Loch Ness il famoso lago con il famosissimo mostro. Finalmente una cosa unica penso! Macché! Anche qui nessuna emozione, nessuna guida che ti indica un’increspatura sospetta, niente di niente! Solo un volantino come ricordo. Si ci sono i castelli, tanti castelli e molto diroccati, pochi integri e qualcuno anche abitato dall’erede spendaccione di turno (ce lo dice la guida).

Poi c’è l’Irlanda, la verde Irlanda. Anche qui tante pecore e tante mucche ma anche qualche bella struttura alberghiera che merita 2 giorni di sosta. Che si mangerà in Irlanda? Pesce arrosto, splendide bistecche? No. Fish and Chips e hamburger in tutte le salse e con tutte le salse. Cibo trash americano che sopportavamo nei viaggi 20 anni fa ma ora non più. Anche nel Mc Donald sotto casa si mangia meglio…

Dublino merita un giorno di visita se non altro per la fabbrica della Guinnes, la birra di casa che sostituisce praticamente l’acqua e per vedere le sedi avveniristiche delle principali aziende del mondo che vengono qui per pagare meno tasse.

Per il resto c’è un bel ponte di Calatrava ma ce l’abbiamo anche noi. Tutto questo per dirvi che, se le strutture ricettive nel nostro paese non speculassero sulle nostre vacanze, l’ideale sarebbe rimanere nelle nostre splendide regioni dove abbiamo praticamente il meglio in tutto.

Anche il bagno con il bidet che è un illustre sconosciuto sia in Scozia che in Irlanda!!

Raimondo Astarita

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