Un Uomo, uno Statista che ha contribuito alla grandezza degli Stati Uniti in campo internazionale

È arrivato a quota cento e poi il saluto finale. Così Heinz Alfred Kissinger, meglio conosciuto col nome di Henryè uscito di scena non solo dal mondo a stelle e strisce americano ma anche da quello mondiale.

Un Uomo, uno Statista che ha contribuito alla grandezza degli Stati Uniti in campo internazionale. Nato in Baviera, Kissinger faceva parte della piccola borghesia tedesca. La sua famiglia ebraica era formata dal padre Louis, insegnante, dalla madre, Paula Stern, casalinga e dal fratello Walter. Agli albori delle prime leggi razziali, destinate a sfociare in uno dei peggiori crimini che la Storia abbia mai registrato nell’epoca “moderna”, il futuro Statista fu costretto, nel 1938, ad abbandonare la Germania per trasferirsi, temporaneamente, a Londra con la famiglia.

Ma la vita nella Capitale inglese durò poco: infatti, i Kissinger si spinsero poco tempo dopo oltre oceano a New York, grazie all’aiuto di alcuni parenti.

Fu in questa circostanza che Heinz mutò il proprio nome in Henry. Studente alla High School George Washington emerse per il suo brillante profitto. Durante gli studi, il giovane non si risparmiò nell’aiuto alla famiglia e così, smessi i panni dello studente al calar del Sole, iniziò ad indossare quelli da operaio nelle ore notturne. Terminati gli studi e dopo diversi lavori in qualità sempre di operaio, trovo impiego in un ufficio postale.

Il 1943 rappresentò un anno assai importante per Henry: assieme a suo fratello Walter, decise di arruolarsi nell’esercito americano, acquisendo la cittadinanza statunitense. Essendo bilingue fece da traduttore per un organismo di controspionaggio. Entrato come soldato semplice, riuscì a conquistare la fiducia e la stima dei superiori al punto da divenire interprete ed aiutante del generale comandante della 84ª Divisione in Germania.

Fonte: GLI STATI GENERALI

Terminato il conflitto, il giovane Kissinger decise di riprendere gli studi interrotti, rifiutando la cattedra presso la scuola dei servizi segreti del comando europeo. Durante la guerra, invero, il soldato si era particolarmente distinto per aver riorganizzato, nel giro di una settimana, l’amministrazione della città tedesca di Krefeld rimasta con circa mezzo milione di persone senza casa, vestiti e cibo. Per queste doti logistiche era stato promosso sergente col compito di istruire quegli ufficiali che avrebbero dovuto scoprire i nazisti che cercavano rifugio nella clandestinità.

Nel 1947 fu ammesso ad Harvard dove, nel 1950, concluse gli studi con lode. Cinque anni più tardi, nel 1955, un altro momento segnò profondamente la vita del giovane. Nelson Rockfeller, il celebre e potente miliardario, repubblicano e collaboratore dell’allora Presidente Eisenhower, organizzò un seminario a New York con istituti di cultura per discutere delle problematiche internazionali. Kissinger, che era presente, ebbe modo di avvicinare il magnate americano e questi decise di offrirgli un lavoro presso la Fondazione Rockfeller come direttore degli studi speciali.

Fonte: Wikipedia

Conseguentemente a questo incontro fortuito, Kissinger riuscì ad ottenere la collaborazione anche col Presidente degli Stati Uniti in quel momento in carica (Eisenhower) e con quelli futuri, Kennedy e Johnson. E proprio per quest’ultimo, Kissinger fece un viaggio in Vietnam per verificare quanto fossero attendibili i rapporti inviati dalla CIA. Qui, il collaboratore del Capo della Casa Bianca, si rese conto degli errori che si stavano compiendo.

Qualche tempo dopo, nel 1968, con la vittoria di Nixon che aveva basato la sua campagna elettorale sulla conclusione del conflitto vietnamita ed il riordinamento interno dopo le numerosissime proteste per la guerra ed i disordini razziali, Kissinger fu chiamato a far parte dello staff presidenziale, nel ruolo di Assistente per la Sicurezza nazionale.

Il primo banco di prova tanto per il Presidente quanto per il Professore fu proprio la spinosa questione bellica. Henry Kissinger riuscì a fare in modo che il discorso della Pace non restasse legato solo al Vietnam; nella sua intenzione, infatti, l’obiettivo era il coinvolgimento di altre potenze mondiali come l’allora Unione Sovietica e la Cina. I risultati si manifestarono attraverso la limitazione delle armi nucleari fra le due potenze, USA ed URSS.

Fonte: Stream24 – Il Sole 24 ORE

Il 15 gennaio 1973 le trattative di Parigi, videro la sigla del tanto sospirato accordo. Kissinger e Le Duc Tho (il rivoluzionario vietnamita) ottennero il Nobel per la Pace. Poiché il conflitto si protrasse sino al 1975, Le Duc Tho rifiutò di ritirare il prestigioso premio e lo stesso fece Kissinger non presentandosi alla cerimonia, scusandosi per l’assenza.

Fonte: The Atlantic

Sempre nel medesimo anno, il suo nome fu al centro di un’altra mediazione: la guerra del Kippur, mossa da Egitto e Siria contro Israele e vinta da quest’ultima.

Quando Nixon firmò le proprie dimissioni a seguito dello scandalo Watergate (che vide la scoperta di alcune intercettazioni illegali presso la sede del Comitato nazionale democratico, da parte di figure repubblicane e del “Comitato per la rielezione” del Presidente), Kissinger risultò estraneo ai fatti. Già Segretario di Stato mantenne tale ruolo anche sotto l’amministrazione Ford. Il nuovo inquilino della Casa Bianca ed il Politico appoggiarono le forze anticomuniste presenti in Africa (Angola e Mozambico) e furono determinanti per la fine del regime razzista bianco in Rhodesia.

Col finire dell’amministrazione Ford anche Kissinger smise di ricoprire alte cariche dello Stato, pur ricevendo sempre un’altissima considerazione da parte dei Leader del momento. La sua figura è sempre stata apprezzata nel mondo al punto che, pochi mesi fa, a luglio, dopo aver raggiunto il traguardo delle cento candeline, effettuò un viaggio in Cina per dialogare con Xi Jinping a Pechino.

Fonte: CNN

E tra i suoi ultimi incontri, anche quello col nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Washington presso Villa Firenze, residenza dell’Ambasciatrice italiana in America.

Fonte: Agi

Indubbiamente la figura di Kissinger ha fatto parte di una società statunitense e non solo assai diversa da quanto i nostri occhi sono abituati a vedere e le nostre orecchie a sentire. Una Politica in ambito nazionale ed internazionale dove carisma, stile, preparazione ed una visione proiettata verso il futuro facevano la differenza.

C’era una volta la Politica, c’era una volta l’America!

Stefano Boeris

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