In scena fino a domenica 30 ottobre al Teatro Off/Off di Roma il triplice omicidio del 1998 in Vaticano. Occasione unica per ripercorrere quel mistero

È ancora una volta sempre e soltanto per la tenacia di una madre, la svizzera vallese di Monthey, Muguette Baudat Tornay, che si riapre Il Caso Estermann, anche se solo a teatro.

Il caso Estermann – Fonte: Teatro Off/Off

Lei non ha mai creduto alla colpevolezza di suo figlio, giovane guardia svizzera, a cui la giustizia del Vaticano ha attribuito il duplice omicidio, cui sarebbe seguito il suicidio “dell’assassino”.

Abbiamo visto la prima nazionale al Teatro Off/Off di Roma, in via Giulia, che con questa rappresentazione totalmente tratta da un giallo realmente accaduto ha così inaugurato la nuova stagione 2022-2023.

Per il calendario degli spettacoli e la biglietteria digitare: https://off-offtheatre.com/

Scritto e diretto da Giovanni Franci, di cui ricordiamo il successo riscosso con L’Effetto Che Fa, ispirato all’omicidio Varani, in Il Caso Estermann il regista dirige nel ruolo della madre Laura Lattuada ed Alberto Melone e Riccardo Pieretti in quello dei suoi avvocati.

Laura Lattuada, Riccardo Pieretti, Alberto Melone con l’autore e regista Giovanni Franci – Fonte: Teatro Off/Off

In un’ora e 25 minuti ripercorreremo la cronaca del duplice delitto, con il presunto suicidio finale, avvenuti nella notte del 4 maggio 1998, quando in Vaticano, nell’appartamento del colonnello Alois Estermann, originario del cantone svizzero tedesco di Lucerna e promosso comandante delle Guardie Svizzere solo poche ore prima, furono rinvenuti, oltre al suo, i cadaveri di sua moglie, la venezuelana Gladys Meza Romero e del 23enne vice caporale Cédric Tornay.

Alois Estermann con sua moglie Gladys Meza Romero nel 1998 – Fonte: Teatro Off/Off

Joaquín Navarro Valls,membro laico dell’Opus Dei e portavoce di papa Giovanni Paolo II, a meno di 48 ore dal ritrovamento dei corpi comunicava che l’inchiesta della giustizia vaticana aveva concluso che il giovane Cédric Tornay, in un raptus di follia, prima avrebbe sparato agli Estermann e poi si sarebbe ucciso. Per il Vaticano, che non dispone di polizia investigativa ed esperti balistici, né li richiese allo stato italiano, il caso era chiuso.

Muguette Baudat, però, non si è mai arresa. Convinta che suo figlio sia innocente, ma che   sia stato utilizzato come carne da macello, ha sempre ripetuto che “Tornay sarebbe stato suicidato”. Si è dunque affidata a due noti penalisti francesi, Jacques Vergés e Luc Brossellet, che chiesero ripetutamente la riapertura dell’inchiesta, ma le loro domande sono sempre state respinte dalla Corte di giustizia del Vaticano.

Se da un lato, evidentemente, la ricerca della verità non ha potuto essere soddisfatta con l’inchiesta di una magistratura affidabile, voci e rivelazioni sul passato di Alois Estermann hanno tuttavia fatto emergere che il colonnello sarebbe stato un agente della Stasi (i servizi segreti della Germania Orientale) e il quotidiano tedesco Berliner Kurier ne rivelò addirittura il nome in codice: “Werder”.

Circolarono insistentemente anche voci sulla presunta relazione tra Cédric e il colonnello Estermann, che sarebbe sfociata in un ménage à trois tra Cédric e i coniugi Estermann ed è proprio nell’ambito di un triangolo trasgressivo che si sarebbe consumato il delitto passionale, “riaggiustato” con una ricostruzione alterata della verità.

Cédric Tornay nel 1998 – Fonte: Teatro Off/Off

Nella carriera di Estermann, però, si verificarono dei significativi antefatti. Il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro ci fu l’attentato contro papa Wojtyla. Estermann (che allora era solo capitano) camminava a passi lunghi accanto alla papamobile quando si udirono gli spari. Allora saltò sull’auto del pontefice, forse nel tentativo di proteggerlo col suo corpo. Esistono immagini di quella scena, che hanno fatto il giro del mondo, con il papa ferito, sebbene in altre foto, scattate da angolazioni differenti emerga che un’altra guardia svizzera, e non Estermann, fosse ancora più vicina a fare da scudo col proprio corpo al papa. Comunque sia il merito se lo prese Estermann.

Gli anni ’80 segnarono per il Vaticano una serie infinita di scandali, come il coinvolgimento dello Ior, presieduto da Paul Marcinkus, nel crac finanziario del Banco Ambrosiano, l’omicidio del banchiere Roberto Calvi, la scomparsa di Emanuela Orlandi, i rapporti con la Banda della Magliana, il ruolo di logge massoniche come la P2 e quello dell’Opus Dei, nonché nel 1978 la scomparsa prematura di papa Luciani. Un altro scandalo come quello del caso Estermann proprio non ci voleva.

Daniela BLU

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