Gli architetti romani sono pronti ai blocchi di partenza, che il sindaco Gualtieri dia il via. Roma Expo 2030 è possibile!
Epilogo al Teatro Palladium Roma Tre alla Garbatella del Festival dell’Architettura organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma. Questo evento finale ha visto la partecipazione del sindaco Roberto Gualtieri che ha dialogato con gli architetti Cristian Rocchi e Francesco Aymonino in rappresentanza di OAR. ‘Next generation Rome’, tanti i temi e tante le idee per trasformare la nostra città: rigenerazione urbana, concorsi d’architettura, urban center, inclusione, condivisione.
Occorre un progetto globale per vivere il futuro in una realtà come Roma dove complessità e bellezza sono quanto mai interconnesse, città policentrica, dei 15 minuti, della contemporaneità, della prossimità, dei servizi facilmente accessibili, del decentramento, della partecipazione popolare, dell’accessibilità, della ricucitura territoriale tra i quartieri e nei quartieri, del centro storico a misura d’uomo. Questi sono gli argomenti che sono stati affrontati dal sindaco dimostrando conoscenza e competenza su queste tematiche proposte dal Festival. Non sono stati tralasciati problemi endemici come rifiuti, traffico, metropolitane, fino alla sistemazione del parco archeologico urbano dei Fori, insomma una discussione a tutto a campo. L’impegno di Gualtieri è sincero ma occorrono le risorse finanziarie derivanti dal PNRR e dagli stanziamenti del Giubileo ad integrazione di quelle ordinarie, che devono però essere investite anche nella macchina amministrativa, presupposto per tutte le politiche pubbliche ed infrastrutturali, dando altresì seguito ad un nuovo quadro di regole chiare ed efficaci. In tal senso va la DGC di indirizzi, n. 120 del 14 aprile 2022, OAR ha proposto una tempistica attuativa, per una riforma e revisione delle norme necessarie per dare il via a tre punti fondamentali per Roma: rigenerazione urbana per operare in prevalenza sul costruito e limitare l’uso del suolo, sostenibilità ambientale ed economica per sviluppare le opportunità delle attuali politiche urbane del social housing, del coworking, della ricettività studentesca, della logistica green ed elettrica, dell’edilizia ecosostenibile e in fine soprattutto certezza dei tempi di attuazione.
Tra questi punti per i quali l’Ordine degli Architetti di Roma chiede delle delibere entro dicembre 2022, in particolare cito quella per l’aggiornamento della Carta della Qualità con una revisione degli immobili inseriti. Il valore storico/architettonico dell’edificio e del suo progettista deve essere il solo criterio d’inserimento nella carta. L’architettura romana del ‘900 è un patrimonio ricchissimo da salvaguardare e conservare e per andare in questo senso occorrerebbero i piani di conservazione quali veri e propri iter metodologici d’intervento né sottoposti e né sovrapposti alle NTA.
Il Festival che ha coinvolto cittadini, università, istituzioni, ha prodotto nuove idee, nuovi progetti, ha suggerito ai cittadini cosa può fare la buona architettura, sono nate idee interessanti e poetiche di giovani, anche stranieri, per il recupero di un’area abbandonata all’Ostiense, insomma, non è stato ad uso esclusivo di noi addetti ai lavori e ha generato proposte tecniche e realizzabili.
Gli architetti romani sono pronti ai blocchi di partenza, che il sindaco Gualtieri dia il via. Roma Expo 2030 è possibile!
Paolo Verdeschi