Queste fontanelle parlano della Storia della nostra Città e sono, di diritto, tra i simboli da ammirare e custodire gelosamente

Roma, museo a cielo aperto e concentrato di Storia, ha un’infinità di tesori e caratteristiche che molto spesso anche gli stessi romani non conoscono. C’è poi un “simbolo” che, specialmente nei periodi estivi, appare come una vera e propria manna per coloro che necessitano di idratarsi: la fontanella, meglio conosciuta come “nasone”.

Ma qual è la sua storia? La più famosa tipologia di fontana è presente nella Capitale con circa 2500 esemplari. La forma cilindrica ed il rubinetto così pronunciato (da cui deriva il termine “nasone”) è diventata un vero e proprio marchio di fabbrica.

Siamo a fine ‘800 e questi punti idrici furono concepiti come strumento per erogare acqua potabile in modo gratuito tanto in centro quanto in borgata.  Ma la funzione andava oltre il servizio sociale: era anche un valido sistema per dare sfogo alla rete idrica.

I primi Nasoni furono realizzati nel 1874 dietro iniziativa dell’allora Sindaco Luigi Pianciani. La loro forma era però diversa da quella odierna. Si trattava di corpi in ghisa o travertino, sempre di forma cilindrica, alti 120 cm.

Una differenza sostanziale stava proprio nei punti di sgorgo dell’acqua: 3 teste di drago. Oggi sono ancora visibili i “nasoni” prima maniera anche se ce ne sono solo tre esempi in tutta Roma: il primo si trova in via delle Tre Cannelle, (tra via Nazionale e piazza Venezia). Si tratta di una riproduzione dell’originale che ha dato anche il nome alla via in cui è ubicato; passiamo poi al “nasone” di Piazza della Rotonda, (zona Pantheon) ed infine, abbiamo quello di via di San Teodoro, dietro il Foro Romano. Quest’ultimo si ritiene sia l’unico originale ed integro.

Fonte: Secondamano

Oggi, un tocco di modernità è stato applicato a queste fontanelle. Si tratta del QRcode che, se inquadrato col proprio cellulare, permette di leggere la loro storia.

Nel corso dei decenni sono state apportate modifiche al disegno originale, sino a giungere a quello odierno. I “nasoni”, oltre a svolgere una funzione dissetante e socialmente utile, sono anche un valido strumento per quel che riguarda la funzione idraulica. Il motivo, infatti, per cui l’acqua scorre ininterrottamente, è spiegabile con la necessità di evitare la stagnazione nelle reti fognarie, anche se la cosa può apparire come uno spreco. Ecco perché è fondamentale mantenere attivo il flusso.

Fonte: Wikimedia Commons

E purtroppo, come spesso accade, non manca la nota dolente: in una strada romana in zona Aurelio, via Girolamo Vitelli, è presente uno di questi simboli capitolini; purtroppo, la stupidità umana non conosce confini e così capita spesso che lo scolo d’acqua venga tappato da stracci, sporcizia varia e addirittura colate di cemento. La buona volontà di alcuni residenti fa sì che, di tanto in tanto, si “pulisca” il canale, permettendo all’acqua di seguire il suo corso.

Ma idiozia a parte, queste fontanelle parlano della Storia della nostra Città e sono, di diritto, tra i simboli da ammirare e custodire gelosamente.

Stefano Boeris

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