I dipendenti della Chiesi adoravano sia Alberto, che era il Presidente, che il fratello Paolo: quest’ultimo aveva un carattere dolce, sempre attento e sensibile verso i loro bisogni e quelli dei familiari

Ho conosciuto nella mia vita moltissimi scienziati di tutto il mondo compresi molti Premi Nobel, ma devo dire che uno degli uomini che mi è rimasto più impresso nella mente e nel cuore per la profondità del suo pensiero e per il suo carattere mite, umile e discreto è senza tema di dubbio Paolo Chiesi, scomparso precocemente, il 5 marzo scorso, all’età di 84 anni.

Non è una pura coincidenza che io mi sentissi legato a lui come ad altri miei due grandi amici, Renato Dulbecco e Riccardo Misasi. Mai egli ha voluto essere la prima donna, ma lavorava in silenzio dietro le quinte, con grande umiltà e risultati eccezionali. A tal riguardo, ricordo che dopo averlo conosciuto, Rita Levi-Montalcini mi disse testualmente: “Pino, ti devo confessare che Paolo Chiesi mi piace molto perché è un uomo di poche parole e molti fatti”.

Io lo avevo conosciuto negli anni ’70 grazie al mio amico Emilio Marmo brillante cardio-farmacologo dell’Università di Napoli, Maestro fra gli altri del prof. Franco Rossi già Rettore dell’Università di Napoli e Presidente della Società Italiana di Farmacologia. Allora io ero da poco rientrato da Londra dopo un periodo di tre anni trascorsi con il professor Edward Marley dell’Istituto di Psichiatria dell’Università.

Marmo, allora era consulente di Paolo Chiesi per lo sviluppo di alcuni farmaci antipiretici, dell’apparato cardiovascolare e di quello respiratorio. Era quello il periodo aureo della Farmacologia nel mondo del secolo scorso, il periodo della scoperta dei primi farmaci antipsicotici ed antidepressivi negli anni Cinquanta, della nascita della Farmacologia, della trasmissione sinaptica della scoperta del meccanismo d’azione dell’aspirina (1971) e della scoperta degli anti-ipertensivi inibitori di un sistema renina-angiotensina da parte di Sir John Vane nonché della scoperta dei betabloccanti e dei farmaci antiulcera antagonisti dei recettori H2 dell’istamina da parte di Sir Jimmy Black.

Fra me e Paolo Chiesi con il tempo è nata una profonda amicizia e stima durata tutta la vita. Man mano che con il tempo lo conoscevo meglio, avendo intravisto nei suoi occhi profondi la curiosità per la ricerca specie quella innovativa che portava alla scoperta di nuovi farmaci per il trattamento di malattie ancora incurabili, mi sono permesso di consigliargli di fare un passo avanti e cioè investire di più nelle terapie avanzate. E lui con grande coraggio entrò nella giungla competitiva del mondo farmaceutico, dove c’erano imprese multinazionali che investivano miliardi di euro all’anno. Entrò timidamente in quell’agone, mettendo a rischio an- che il proprio patrimonio personale e si concentrò nelle terapie avanzate delle malattie orfane, cioè di quelle in cui non esisteva alcun trattamento dove, ben presto, diventò uno dei leader a livello mondiale. Era certamente consapevole che questa sfida avrebbe comportato investimenti ingenti e che non gli avrebbe consentito di fare “profitti” perché si trattava di curare pochi pazienti affetti da malattie rare o molto rare. Ma lui, nonostante ciò, lo ha fatto con passione perché il suo progetto mirava a guarire o migliorare la qualità della vita dei pochi pazienti che sarebbero stati trattati con i suoi prodotti! E da questo Paolo traeva immensa gioia e soddisfazione.

Fonte: CALABRIA.LIVE

Oggi, purtroppo, il mondo farmaceutico è dominato da economisti e da specialisti nel campo della finanza, un mondo freddo che vive prevalentemente per i profitti degli azionisti, lasciando in secondo ordine il benessere e la salute delle persone. I dipendenti della Chiesi adoravano sia Alberto, che era il Presidente, che il fratello Paolo più piccolo di lui che aveva un carattere dolce, sempre attento e sensibile verso i loro bisogni e quelli dei familiari.

La Chiesi vanta oggi più di 5.600 brevetti internazionali e secondo i dati dell’Ufficio Brevetti europeo con i quarantadue brevetti deposi- tati è la prima azienda farmaceutica italiana per numero di depositi brevettuali. Gli investimenti per la ricerca superano i 589 milioni di euro che corrispondono al 21,41 percento del fatturato. Lavorano presso la Chiesi oltre 680 ricercatori impiegati nei 7 Centri di Ricerca (Parma, Francia, Gran Bretagna, Svezia, USA, Canada e Cina). La Società, nel suo complesso ha oltre 6.500 dipendenti e 3 stabilimenti produttivi, a Parma, in Francia ed in Brasile. Il fatturato della Chiesi a partire dal 2010 è an- dato sempre aumentando nel tempo fino a raggiungere nel 2022 oltre 2.7 miliardi di euro.

Fonte: CALABRIA.LIVE

Il gruppo Chiesi è stato sempre gruppo leader in Italia dei farmaci dell’apparato respiratorio per il trattamento dell’asma, della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BCPO), dell’apnea dei neonati prematuri, della sindrome di stress respiratorio neonatale e della fibrosi cistica.

Più recentemente, sotto la guida di Paolo Chiesi, che ne era il Vicepresidente ed il Direttore Scientifico, il gruppo si è dedicato, come già accennato, alla ricerca e al trattamento di malattie rare e ultra-rare. In un altro campo, quello dell’apparato respiratorio, la Chiesi è una del- le prime aziende a livello mondiale, che nei dispositivi medici per l’inalazione di farmaci a livello bronchiale ha elaborato bombolette spray prive di freons cioè di propellenti, che una volta che sono immessi nell’atmosfera, sono fra i responsabili del buco di ozono e del conseguente riscaldamento del globo terrestre.

Non posso dimenticare l’incoraggiamento di Paolo Chiesi per farmi organizzare a Copanello un Convegno internazionale sui meccanismi patogenetici e le prospettive terapeutiche dell’asma. Così con il prof. Marsico, con il quale presso la nascente Università di Catanzaro siamo stati i pionieri nel creare un Istituto di Farmacologia clinica e Patologia Toracica, invitammo a tale Convegno il Premio Nobel Sir John Vane. Inoltre, invitammo anche gli scienziati più qualificati a livello internazionale nel campo delle malattie respiratorie e dell’asma.

Mi piace ancora ricordare che, Paolo Chiesi fu uno degli ospiti d’onore, alla cerimonia di inaugurazione della Facoltà di Farmacia nel 2008. La madrina di quell’evento, rimasto nella storia dell’Università di Tor Vergata, fu Rita Levi-Montalcini.

Mi piace ricordare ancora come Paolo Chiesi era molto amante della musica e non potrò mai dimenticare che, quando gli regalai uno dei primi CD di Salvatore, il più giovane dei miei figli, che suonava al pianoforte brani di intenso lirismo come Autumn Lea ves di Edith Piaf, come Round Midnight di Thelonious Monk, e come E lucevan le stelle della Tosca di Giacomo Puccini. Paolo ogni volta che mi incontrava mi chiedeva di ringraziare Salvatore perché quel CD, che sentiva periodicamente gli aveva procurato molta gioia insieme alla moglie signora Angiola, una vera first lady a cui era profondamente legato.

Fonte: Archivio privato Prof. Nisticò

Ora che Paolo si è spento, per me e tutti i ricercatori che lo hanno conosciuto è un giorno buio e triste come fosse venuto a mancare quel sole nascente rosso, sul mare Jonio che si affaccia verso l’Oriente, pieno di riflessi e di luce, che squarcia le tenebre dell’ignoranza e rende il nostro cammino più luminoso con la speranza della scoperta di nuovi prodotti per la salute dell’uomo e la salvaguardia della natura.

Prof. Giuseppe Nisticò

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