La Ricerca necessita costantemente di finanziamenti. La Politica è chiamata a legiferare secondo criteri etici volti a tutelare la Salute della popolazione
La Medicina non è una Scienza esatta se per “esatta” intendiamo la mancanza di errori all’interno di una cura o di una scoperta che può apparire “immutabile”. Al contrario, esistono sempre studi atti a migliorare percorsi terapeutici già esistenti oltre naturalmente a trovare soluzioni a malattie ancora difficili da curare. E con un’aspettativa di vita che aumenta l’essere umano ha già collezionato un traguardo importantissimo se pensiamo, ad esempio, a quanto potesse essere difficile affrontare delle cure fino alla seconda metà del secolo scorso. Ma la strada da fare è praticamente infinita. Il progresso scientifico e l’innovazione terapeutica hanno portato a delle aspettative impensabili fino ad alcuni decenni fa ma anche a stili di vita migliori.
Tuttavia, molto resta da fare, soprattutto se focalizziamo l’attenzione sulla capacità del nostro Sistema Sanitario Nazionale di garantire alle infrastrutture competenti, terapie sempre più avanzate e dispositivi medici all’avanguardia, toccando anche la cosiddetta “Intelligenza artificiale”.
In campo medico (e non solo) il gioco di squadra è fondamentale: tutti coloro che sono chiamati a vari livelli, ad indossare un camice bianco, debbono dare il meglio di sé per far sì che la Sanità pubblica possa sempre crescere e venire incontro alle esigenze del cittadino nel migliore dei modi.
Fonte: I-Com, Istituto per la Competitività
Le nuove terapie contro nemici “invisibili” all’occhio umano hanno già dato una dimostrazione in questo senso proprio in quel periodo di oscurità, destinato a passare alla Storia, come la Pandemia del XXI secolo (nella speranza che non emerga qualcosa di analogo in futuro). Come ebbe modo di commentare il Prof. Francesco Saverio Mennini, docente di Microeconomia e di Economia Sanitaria all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, “l’ampia e rapida diffusione delle vaccinazioni anti-Covid durante il periodo più critico della pandemia ha permesso di riaprire nel giro di pochissimo tempo tutte le attività economiche. L’Italia ha così risparmiato, in termini di PIL, 220 miliardi di euro”.
Vero è che la ricerca e dunque l’accesso alle nuove terapie ha un costo. Un farmaco nuovo è destinato ad avere un prezzo di mercato assai elevato, almeno fino al raggiungimento di una stabilizzazione della terapia. Come lo stesso Mennini ha affermato “è necessario analizzare l’intero percorso diagnostico-terapeutico del paziente che assume quella determinata terapia. Questo perché, se l’innovazione da un lato fa crescere la spesa farmaceutica, dall’altro provoca un risparmio in termini di ricoveri ospedalieri, riduce il ricorso a terapie associate e fa calare i costi assistenziali a carico dell’INPS”.
Ecco che Ricerca e Politica debbono unire le proprie forze per un bene comune: la salute dei propri cittadini e, più in generale, del mondo intero.
Fonte: Medico e Paziente
E restando sul tema dell’accessibilità terapeutica, anche la SIFO (Società Italia di Farmacia Ospedaliera) ha avuto sempre una particolare attenzione. Lo stesso dicasi per il Vaticano che, attraverso la figura di Monsignor Vincenzo Paglia, si è espresso in più occasioni parlando di un coinvolgimento degli anziani alle nuove sperimentazioni dei farmaci poiché questa è la fascia della popolazione che maggiormente fa uso di medicine per ovvie ragioni anagrafiche.
Poiché la Ricerca necessita costantemente di finanziamenti ci auguriamo che questo Governo ed i prossimi che verranno possano legiferare secondo criteri etici ed economici volti a sostenere sempre più la Salute pubblica che non ha colore politico.
Stefano Boeris