Ricostruiamo insieme la vicenda legata alle licenze di pesca nel braccio di mare che separa la Francia dalla Gran Bretagna

Non sembra aver fine la diatriba tra Francia e Regno Unito sulla questione delle licenze di pesca. In una patetica riedizione di Masters and Commanders, pescherecci si speronano a vicenda, battelli vengono sequestrati, e corazzate inviate nella Manica a presidiare le zone di pesca.

Oggi è la Francia a fare la voce grossa e, sembrerebbe, ad avere il coltello dalla parte del manico. Macron rimprovera a Londra di rifiutare il rilascio dei permessi ai battelli francesi e minaccia di aumentare i controlli sul transito delle merci attraverso la Manica.

Fonte: Gazzetta del Sud

Tale mossa aggraverebbe ulteriormente le difficoltà di approvvigionamento delle isole britanniche, che già da qualche settimana hanno visto gli scaffali dei supermercati decimati. La querelle dei diritti di pesca è indubbiamente uno dei risvolti più grotteschi di Brexit.

Triviale sotto tutti i punti di vista, la disputa è riuscita ad avvelenare dibattiti ben più importanti dal punto di vista diplomatico, l’accordo per la fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea in primis. Pare che la tensione tra i due paesi abbia turbato anche le negoziazioni del G20 avvenute a Roma questo fine settimana.

Ha del surreale il fatto che due potenze mondiali, entrambe con economie sviluppate in cui la pesca gioca un ruolo marginale, si azzuffino per una manciata di sardine.

La questione, tuttavia, è ormai diventata un punto d’onore per entrambi le parti. 

Alberto Fioretti

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