Nel conflitto fra Stati Uniti e Federazione Russa non c’è quasi traccia dell’Unione Europea
Lo scorso lunedì hanno avuto inizio le trattative fra Stati Uniti e Russia per la risoluzione della crisi militare in Ucraina. Al momento non sembra che ne possa venir fuori nulla di buono. Sembra proprio che al Cremlino nessuno sia disposto a fare un passo indietro, ritirando i circa 100000 militari ammassati, per questioni di “sicurezza”, al confine orientale del granaio d’Europa.
La posizione di Washington in materia risulta essere altrettanto dura: sanzioni pesanti per Mosca qualora decidesse di non ritirare le truppe. L’escalation militare in atto, oltre che minacciare la sovranità dell’Ucraina, impedendo, di fatto, a Kiev l’ingresso nella NATO, minaccia la stabilità europea per via dei risvolti negativi a cui si andrebbe incontro in caso di disputa fra le due superpotenze. Non sono rassicuranti le ultime notizie giunte dalla riunione del Consiglio Russia-Nato a Bruxelles. Quello in atto ha tutta l’aria di essere uno stallo alla messicana nel quale nessuna delle due parti sembra voler riporre le armi rendendo le trattative impossibili da concludersi.
Da parte russa non sono mancate dichiarazioni, quantomeno preoccupanti, che fanno riferimento a “conseguenze più imprevedibili e più disastrose per la sicurezza europea”, come enunciato dal viceministro degli esteri russo Grushko, nel caso in cui gli USA non rispettino i diktat della Federazione. In un contesto che, unitamente alla crescita della spesa militare globale, presenta tutte le caratteristiche delle impasse tipiche della strategia della tensione, l’Europa, diretta interessata degli eventuali disordini che ne potrebbero scaturire, preferisce non prendere una chiara posizione.
Nessuna vera attenzione da parte di Francia e Germania. Per niente meglio l’Italia in cui da giorni si parla incessantemente di Quirinale. Nemmeno colui che avrebbe dovuto, tra le tante cose, innalzare, tramite un rinnovato atlantismo, il peso internazionale dell’Italia e, per alcuni, guidare l’Europa sostituendosi alla Merkel, sembra interessarsi alla questione. Evidentemente l’impegno nella corsa al Colle non lascia spazio alla geopolitica!
Alberto Fioretti