Al Teatro Vittoria di Roma fino al 10 dicembre

Un gruppo di attori ben affiatato composto da Alessandra Mortelliti (nel ruolo della signora Perrella), Luca Ferrini (il professor Paolini), Marco Cavallaro (marito della signora), Alberto Melone, Chiara Del Francia, Antonia Di Francesco, Denis PersichiniLudovico Colonna, diretti dalla regia di Luca Ferrini, ha messo in scena al Teatro Vittoria di Roma “L’uomo a bestia e la virtù” tratto dalla novella Richiamo all’obbligo (1906), di Luigi Pirandello considerato da molti critici l’unico testo  dell’autore siciliano ad avere i tipici caratteri comici della farsa.

Un testo di grande attualità (nonostante la prima rappresentazione sia datata 1919), per i temi trattati con il tipico stile allusivo Pirandelliano.

Fonte: Vivaticket – Corriere dello Sport

La storia è incentrata sulla relazione tra il  professor Paolino ( metafora dell’uomo del titolo) e la signora Perella, (madre d’un ragazzo cui il professore impartisce lezioni private), donna sposata (la virtù) con  un brutale capitano di lungo corso (la bestia), che si è costruito  una seconda ed illegittima famiglia in un altro porto e che le poche volte che rientra nella sua casa coniugale spadroneggia e impone la sua visione del mondo in modo aggressivo e violento e trascura totalmente la moglie.

Un giorno la signora Perella scopre di essere incinta, ovviamente del professore suo amante, e si materializza così il rischio di uno scandalo e del disonore che coinvolgerebbe tutti i protagonisti della vicenda.

Ma il destino offre una possibilità: il marito capitano sarà di ritorno ma si fermerà solo una sera, e allora per salvare la situazione occorrerà “obbligarlo” a compiere i suoi doveri coniugali. Riuscirà il professore con la complicità della donna, di un medico e di un farmacista a risvegliare i desideri e i doveri sopiti del marito?

Come di consueto Pirandello si sofferma sulle piccole storie umane per tracciare il tema a lui caro dei ruoli sociali, delle convenzioni, della morale apparente e di quella reale, in sintesi delle maschere che la vita propone e impone e che gli esseri umani scelgono di indossare di volta in volta.

Commedia gradevole scorre con buoni ritmi drammaturgici, migliorabile in alcune tipizzazioni recitative e in qualche passaggio in scena, soddisfa pienamente l’umorismo agrodolce di Pirandello (non sempre facile da tradurre figurativamente e sul piano recitativo) e il suo costante invito a riflettere su se stessi e sulle relazioni interpersonali.

Giuseppe Fabiano

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