La Bonsignori ha raccontato un Michelangelo meno noto, a tratti intimo, inserito nel suo tempo
Due anni fa una splendida Sala di Montecitorio veniva intestata a Giacomo Matteotti, politico e giornalista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, il quale fu rapito e assassinato per aver denunciato alcune illegalità dell’allora nascente dittatura fascista.
Matteotti, soprannominato dagli amici “Tempesta” per la sua natura battagliera e intransigente, era uno studioso attento e trascorreva molto tempo nella Biblioteca della Camera. Sembra giusto, dunque, che la sua Sala sia oggi usata anche per ospitare eventi culturali di gran pregio, come è stata la presentazione del testo teatrale “Fuoco Sublime. Michelagnolo e Vittoria” di Raffaella Bonsignori, a cui ha fatto seguito la lettura di una sintesi del testo da parte di un grande attore come Maximilian Nisi, oggi anche Direttore del prestigioso Festival di Borgio Verezzi, nel ruolo di Michelangelo, e come il giovane, talentuoso Federico Poggetti nel ruolo di Urbino.
La Sala Matteotti è sembrata una location perfetta. Anche la Bonsignori, infatti, come l’illustre politico che ha prestato il nome a quel luogo, è un animale da biblioteca. Lo dimostra questo suo lavoro su Michelangelo, che coniuga la fantasia teatrale con lo studio approfondito non solo delle opere artistiche da quest’ultimo realizzate ed eterne per tutti, ma delle sue lettere e dei suoi componimenti poetici.
Nel corso dell’introduzione la Bonsignori ha incantato il pubblico. Sembravano pendere tutti dalle sue labbra. Per quasi un’ora ha raccontato un Michelangelo meno noto, a tratti intimo, inserito nel suo tempo. L’ha presentato come un amico, come una persona ancora presente tra noi. E il pubblico, in effetti, l’ha sentito vivo e vegeto, l’ha conosciuto attraverso le sue parole e persino attraverso alcuni segreti inseriti nelle sue opere, sconosciuti ai più.
Fonte: Annamaria Pieri
È un gran dono quello di saper parlare con tanta passione e, allo stesso tempo, con tanta competenza. Il microfono non la spaventa. Si vede che è a suo agio. Forse per le tante lezioni universitarie che ha impartito, o, forse, per le arringhe tribunalizie. Oltre ad essere scrittrice e giornalista, infatti, Raffaella Bonsignori è avvocato penalista e assistente universitaria.
Davvero commovente, inoltre, la performance attoriale di Nisi e Poggetti nel corso della lettura del testo.
Maximilian Nisi ha una grande esperienza: allievo di Strehler e di Ronconi ha dato tantissimo al teatro e anche alla televisione.
Michelangelo è un personaggio gigantesco. Ha un carattere forte, una personalità che emerge su tutto e su tutti. La Bonsignori l’ha costruito perfettamente e Nisi, non da meno, lo gestisce molto bene. Non dimentichiamo che, tra il 2020 e il 2021, ha interpretato anche un altro personaggio bellissimo e difficilissimo della Bonsignori, Giuda, ed entrambi hanno ricevuto una Menzione Speciale dalla Camera di Commercio della Liguria per la profondità dei contenuti e l’alto livello dell’interpretazione.
Anche Poggetti è stato bravo. Ha un bel potenziale e sentiremo sicuramente parlare di lui.
Di sicuro la lettura ha avuto un impatto serio sul pubblico: si vedevano occhi attenti allo spettacolo che si abbassavano di quando in quando a cercare sul libricino del testo le parole che venivano dette, ma era difficile perché, come premesso dall’autrice, le esigenze di spazio e di tempo avevano imposto di saltare alcuni passaggi.
Un peccato, perché quel testo ha qualcosa di musicale; è armonico nella sua completezza, con le parti poetiche e con quelle più discorsive. Tutto serve a restituire un Michelangelo uomo, in parte sconosciuto. Pensiamo soprattutto all’amore tra lui e Vittoria Colonna, visto che tradizionalmente si attribuisce a Michelangelo natura omosessuale. Il testo, pubblicato con Amazon come tutti gli altri testi teatrali della Bonsignori, è corredato da un suo saggio molto interessante, che in parte riassume la sua introduzione e ha trovato degno luogo di accoglienza a Caprese, nella dimora natale di Michelangelo.
L’evento di Montecitorio ha visto la presenza di alcuni personaggi di spicco, tra i quali le attrici Maria Cristina Gionta e Maria Letizia Gorga, nonché Antonia Brancati, figlia del grande scrittore Vitaliano e scrittrice lei stessa, attrice e, oggi, imprenditrice di successo alla guida della sua Agenzia Letteraria per il Teatro.
Era prevista anche la presenza dell’on. Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ma impegni sopraggiunti le hanno impedito di intervenire. La presentazione si è conclusa con un saluto dell’Avv. Nicola Azzarito, il quale ha giustamente osservato che oggi si dovrebbero avere più occasioni come questa. E senza dubbio sarebbe interessante tornare ad ascoltare la Bonsignori su altri argomenti, anche a prescindere dai suoi testi teatrali.
Jacopo Gasparetti