Quando a Roma diventerà virtuoso l’eterno e bilaterale rapporto tra Politica e Architettura?

Politica:

Il 17 marzo 2022 è stato inaugurato a Roma, in piazza Bainsizza, quartiere delle Vittorie, il monumento dedicato alla memoria dei Marinai caduti, militari, mercantili e di tutte le persone scomparse in mare. L’Associazione nazionale marinai d’Italia (ANMI), sorta nel 1895 e poi confluita nel 1911 nella “Unione Marinara Italiana”, è un sodalizio di ex combattenti, ex militari della Marina Militare italiana e di semplici cittadini che conta 456 sedi in diverse città d’Italia e presente in molte capitali europee.

La sede nazionale si trova a Roma nella caserma “Riccardo Grazioli Lante della Rovere”, a piazza Giovanni Randaccio, 2. In questa occasione il Sindaco Roberto Gualtieri ha detto del nuovo monumento: “Impreziosisce una piazza e pone un luogo di memoria e omaggio all’impegno straordinario dei marinai italiani. Insieme a voi vogliamo trasmettere ai romani i sentimenti di solidarietà, fratellanza, partecipazione e coesione sociale, che fanno grandi le tradizioni marinare, e pensiamo che opere come queste siano un tramite significativo”.

Non possiamo che essere in sintonia con quanto dichiarato soprattutto se pensiamo ai migranti, oltretutto a Roma mancava questo monumento, ma abbiamo qualche dubbio quando afferma che impreziosisca la piazza. Si tratta di una voluminosa e tondeggiante fontana di travertino con al centro la classica ancora posta su un pavimento raffigurante la rosa dei venti; quest’opera, voluta dall’Associazione Marinai d’Italia, è stata finanziata da Leonardo Finmeccanica, e poi donata a Roma Capitale.

Piazza Bainsizza, taglio del nastro al monumento dedicato ai marinai  d'Italia
Fonte: Roma Today

Architettura:

Il progetto di riqualificazione di Piazza Bainsizza nasce nel 2010, rientrava nel PUP di Via Oslavia e dopo varie vicissitudini affidato allo studio ANOMIASTUDIO di Nucci, Simone, Testa. I tre architetti avevano elaborato una soluzione che, in continuità con quanto richiesto dal Comune di Roma nel concorso della limitrofa Rimessa Vittoria (deposito A.T.A.C.), ben s’inseriva e interpretava correttamente il tessuto circostante. L’area dell’intervento, un tempo adibita a sosta precaria, veniva trasformata dando vita ad uno spazio urbano creando una nuova forma della piazza. Due ellissi generano un ovale allungato, dialogante con gli assetti viari preesistenti anche utilizzando le stesse tecniche e materiali di via Oslavia. Il progetto includeva cinque aiuole, aree verdi simili a basse collinette tondeggianti disposte in maniera plastica che offrono piccole insenature protette dalle chiome degli alberi. Una fontana circolare a raso, mai realizzata, e dei sedili in blocchi di pietra completavano questa nuova piazza rendendola una piacevole area di sosta, d’interazione sociale e svago.

Un’occasione persa:

Legge 633/1941 all’art. 1. Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. Ma la stessa Legge all’art.20 prevede che l’autore non può opporsi alle modifiche che si rendessero necessarie dell’opera, ma non se alla stessa viene riconosciuto un “importante carattere artistico”, dal Ministero dei Beni Culturali! Non voglio entrare nelle pieghe della legge ma nell’ambito del buon senso. A parere di chi scrive, e non solo, la fontana/monumento progettata da tre architetti: Filacchione, della Soprintendenza Capitolina, Panìco e Vacanti stride in quel contesto in cui è stata collocata. Il materiale, la volumetria, l’orientamento, la pavimentazione non hanno nulla che possa rifarsi al progetto originale e allo stato dei luoghi. Sembra un regalo di nozze che per forza bisogna esporre in casa. Prescindendo dalla difficile attuabilità della L.633, interpellare gli architetti progettisti della piazza e avere un confronto di idee con essi non sarebbe stato più etico e anche proficuo? E’ un’occasione persa dalla Politica di fare Architettura riqualificando una altra piazza distante poche centinaia di metri da piazza Bainsizza. Mi riferisco alla piazza Giovanni Randaccio, dove nella caserma “Riccardo Grazioli Lante della Rovere”. ha sede l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (ANMI). La fontana/monumento avrebbe avuto una collocazione più consona e trasformando urbanisticamente un disordinato parcheggio abusivo in una piazza urbana. Insomma, quando a Roma diventerà virtuoso l’eterno e bilaterale rapporto tra Politica e Architettura?         

Paolo Verdeschi

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