Nelle nostre case conviviamo ormai da due anni a scenari apocalittici di sofferenza e distruzione alla quale ci stiamo quasi abituando

Il mondo vive con il fiato sospeso. I teatri di guerra sono ormai presenti in ogni spazio del Pianeta Terra, dall’Europa, al Medio Oriente fino all’Africa, creando un clima di tensione e paura. Negli ultimi 80 anni non si era mai vissuto un clima così teso, dopo la Seconda guerra mondiale si era riusciti a mantenere una pace precaria, ma sempre di pace si trattava e abbiamo avuto il privilegio di non vivere in una economia di guerra. Ci stiamo abituando, invece, ad immagini quotidiane che rappresentano gli orrori della guerra, bambini uccisi, distruzioni e morte. Nelle nostre case conviviamo ormai da due anni, da quando Putin ha occupato l’Ucraina, a scenari apocalittici di sofferenza e distruzione alla quale ci stiamo quasi abituando. 

Questo stato di cose ha messo in chiara evidenza la fragilità e l’inconsistenza dell’Europa. Mai come in questo momento ci sarebbe bisogno di una politica europea capace di svolgere un ruolo centrale nello scacchiere internazionale e, invece, emerge chiaramente una debolezza cronica, causata dall’incapacità di adottare una linea comune in politica estera a causa delle alleanze che, di volta in volta, ogni Stato vuole stabilire separatamente con le varie potenze presenti nello scacchiere. L’Europa potrebbe essere una potenza ma le sue contraddizioni e la debolezza dei vari leader, impediscono di svolgere un ruolo primario. 

Ci siamo quasi dimenticati dell’orrore provocato da Putin con la sua voglia di ricreare la Grande Russia che lo Stato d’Israele, dopo la strage di Hamas dell’8 ottobre, ha messo a fuoco e fiamme Gaza nel tentativo di eliminare i terroristi di Hamas che lavorano, finanziati dall’Iran, per la cancellazione dello Stato d’Israele. Un’autentica polveriera e tutti gli Stati, a cominciare dagli Stati Uniti, sostengono la causa israeliana sempre attenti a non provocare un allargamento del conflitto che, questo sì, potrebbe portare ad una vera guerra mondiale. 

Fonte: la Repubblica

In questo scenario così mutevole e grave si innesta anche la competizione elettorale europea che disegnerà le alleanze future nel continente. L’aria che tira e’ quella di una avanzata delle destre e del sovranismo ma, dicono i sondaggi, non tale da ribaltare l’asse portante che regge l’alleanza politica in Europa. Le due grandi famiglie, quella popolare e quella socialista, sembrano, con maggiori difficoltà, ancora chiamate a governare il Parlamento Europeo anche se, a cominciare dalla leader dei Conservatori, la nostra Premier Giorgia Meloni, si stanno cercando alleanze per entrare nella stanza dei bottoni. Sappiamo quanto queste elezioni europee siano importanti, forse per l’Europa si presenterà l’ultima occasione per essere protagonista nel mondo ma perché ciò accada è necessario il coraggio di scelte chiare e non ambigue, come accade da troppi anni. O si conclude il percorso per fare l’Europa che hanno pensato i Costituenti o si cadrà in una patetica marginalità dove il nostro continente continuerà a non contare nulla. 

E queste elezioni europee non sono fondamentali solo per l’avvenire dell’Europa. Sono fondamentali anche per il nostro Paese. Tra gli schieramenti politici si giocherà una partita importante per gli equilibri futuri. 

Nel Centrodestra, pare andare con il vento in poppa FDI, con la Premier che nonostante le oggettive difficoltà date dalla situazione internazionale, con ricadute negative sulla vita degli italiani, conserva un tasso alto di apprezzamento da parte dei cittadini. In queste situazioni sorprende come la Meloni conservi ancora un così alto sostegno, non era mai successo che dopo un anno e mezzo un Premier conservasse ancora tanta fiducia, nonostante le difficoltà.

Fonte: ANSA

Il crollo previsto della Lega, sempre più allo sbando e senza una politica chiara, ha messo in gioco Forza Italia, che tutti davano per morta dopo la scomparsa di Berlusconi, e che invece contende alla Lega il secondo posto nella coalizione di governo. Sembra essere apprezzata la linea moderata di Tajani che contrasta, con una politica seria e responsabile, la spericolata e inconcludente azione di Salvini, ormai abbandonato quasi da tutti anche nel suo partito. 

Nel Centrosinistra siamo spettatori di una tragedia annunciata. I casi di corruzione emersi nelle file del PD in Puglia e Piemonte hanno dimostrato una crisi e un degrado morale proprio nel partito che con Tangentopoli ha tratto vantaggi dalle inchieste che adesso stanno chiaramente evidenziando che non è mai esistita la loro eccellenza e diversità morale e oggi sono incalzati proprio sulla moralità dai 5S, che dovrebbero essere i loro alleati per la conquista del governo. Ma si sapeva che Conte, considerato da alcuni esponenti del PD come un grande esponente della sinistra, altro non è che un politico assatanato di potere e pronto ad ogni espediente pur di tornare a Palazzo Chigi.

Fonte: RTL 102.5

Non dimentichiamo che Conte è stato capace di governare senza mai dare una spiegazione politica, una volta con la destra e poi con la sinistra. Unico obiettivo, il potere. E non dimentichiamo mai che Conte ha permesso ai russi di venire a visitare luoghi e strutture strategiche italiane e non dimentichiamo mai che ha provocato un disastro economico con il superbonus e il reddito di cittadinanza, lasciando una voragine nei conti dello Stato. Adesso Conte vuole battere la Schlein e diventare il leader della coalizione, incalzando il PD sulla moralità. 

Un ruolo fondamentale potrebbero svolgerlo Renzi, Calenda e la Bonino, il loro potenziale raggruppamento di centro, liberale e riformista potrebbe fronteggiare efficacemente il populismo di destra e di sinistra, ma non stanno dimostrando di comprendere che potrebbero segnare un gol, senza portiere. Sono poco generosi verso il Paese e accecati dal super ego. 

Giugno, con le elezioni europee sarà un mese fondamentale per i futuri equilibri in Europa e in Italia e, mi raccomando, non seguiamo le sirene dei disfattisti che tifano per l’astensione. A giugno andiamo a votare. 

FRANGES

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