Il 34% di chi vive solo è povero e sono 37mila i percettori di reddito

Il rapporto “Cantiere Roma” delle Acli romane presentato in Campidoglio delinea una Capitale dove oltre 8 donne su 10 hanno paura a muoversi di sera. Poco più di un anno fa, in piena campagna elettorale per le amministrative, le Acli romane organizzarono un incontro-confronto con i candidati sindaco (c’erano Gualtieri, Calenda e Raggi, no Michetti), presentando un primo rapporto frutto dell’incontro con oltre 200.000 persone tra donne, stranieri, minori, anziani.

“Cantiere Roma” iniziava a prendere forma e un anno dopo la presidente Lidia Borzì ha illustrato numeri e percentuali, rappresentando i confini di un panorama sociale romano ad un interlocutore unico e preciso, il sindaco Roberto Gualtieri.

Ne emerge una città anziana (i minori sono meno della metà degli anziani), in cui le donne vivono una crescente condizione di insicurezza (+18% di violenze rispetto al 2019), migliaia sono le famiglie fragili che vivono di sussidi e il lavoro è difficile da tenere e da trovare.

Fonte: ACLI

In base all’analisi di Acli Roma sono state, fino ad oggi, 37.562 le domande di reddito di cittadinanza a Roma, il 63% del totale nel Lazio. Non solo: nella Capitale il 34,2% di chi vive solo versa in condizioni di povertà o esclusione sociale, le coppie senza figli lo sono nel 20%, dato che sale al 27,6% quando ci sono figli. Il 44% di chi è stato intervistato durante la ricerca ha ammesso di aver dovuto chiedere aiuto ai parenti per problemi economici, il 7,7% ad estranei. Una percentuale bassa, ma che può nascondere un’emergenza seria considerando che estranei potrebbero anche essere appartenenti a clan e ad altre organizzazioni che applicano interessi esorbitanti sui soldi prestati.

Salgono anche i casi di violenza sulle donne a Roma e nel Lazio: “Sui maltrattamenti familiari contro le donne – si legge nel report – Roma assorbe il 74,6% di tutti i casi denunciati nel Lazio. Nel 2020 i gravi effetti della pandemia si sono fatti sentire anche sul fronte delle denunce. Sono state ben 1.362 le donne supportate dai centri antiviolenza di Roma, secondo i dati del Comune, con un aumento del 18% rispetto al 2019”.

L’85% delle donne intervistate spiega che “cammina in strade o parchi solo alla luce del sole”, fa sapere Acli Roma.

La mancanza di sicurezza è percepita dalle intervistate anche sui mezzi pubblici e all’interno dei centri commerciali. Nel caso in cui subissero violenza le donne intervistate si rivolgerebbero in primis al partner (97 casi) e in seguito alle forze dell’ordine (66 casi)”.

In base ai dati sulla popolazione, reperiti anche grazie all’Istat, a Roma vivono 1.349.320 famiglie: un terzo (400.000) sono rappresentate da una sola persona. Le donne sono 1.487.353, gli anziani 939.181 (il 34% della popolazione, un terzo vive da solo), mentre i minori tra 0 e 17 anni 440.304, cioè il 16%.

Gli stranieri residenti a Roma attualmente sono 376.723. A causa della pandemia, come fa emergere il dossier Acli Roma, nella Città Eterna in un anno si sono persi 61.000 posti.

Quasi il 40% dei giovani dipende totalmente dalla famiglia dal punto di vista economica, con solo il 22,6% totalmente indipendente. “I giovani risiedono soprattutto nelle periferie, in particolare in quella est, a causa degli alti costi delle abitazioni – si legge ancora nel rapporto – e il giudizio sul trasporto pubblico in una scala da 1 a 10 si attesta a 4,66. Il 43% degli intervistati si lamenta dei ritardi, il 31% dei tempi di attesa incerti, mentre il 22% della scarsa pulizia”.

Le proposte per contrastarle da parte delle associazioni cattoliche dei lavoratori sono principalmente tre: mappare le buone pratiche sociali su base municipale, mettendole a sistema; connettere e mettere in rete i servizi e le iniziative pubbliche offrendo un paniere integrato di risposte ai bisogni emergenti; realizzare i benefit sociali, per incentivare e riconoscere il lavoro dei volontari, tramite ingressi a mostre, eventi e manifestazioni.

Sono quattro i princìpi fondanti, secondo Acli Roma: ascoltare i bisogni, interpretare come la società civile media le necessità, sviluppare l’azione politica per rispondere alle istanze e infine immaginare il futuro della città delineandone la rotta. 

Jacopo Gasparetti

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