Tornano alla mente le parole di Amedeo Minghi: “I giovani propongono canzoni con testi incomprensibili. Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili”

È un allarme sociale di cui se ne parla troppo poco: la delinquenza mascherata da note musicali. Siamo a Milano, la Capitale finanziaria d’Italia, da anni al centro di fatti legati alla cronaca nera. Un cosiddetto “artista” rap (“a” minuscola e virgolettato sono puramente voluti) di nome Shiva (al secolo Andrea Arrigoni, ventitreenne) è stato arrestato in seguito ad uno scontro a fuoco con due persone fuori dalla sede della sua casa discografica Milano Ovest.

Le indagini della Squadra mobile guidata dai dirigenti Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo sono iniziate in seguito ai fatti risalenti allo scorso 11 luglio quando due individui, poco dopo le 20, avrebbero aggredito Shiva nel parcheggio e lui, nel tentativo di difendersi, ha reagito sparando e colpendo alle gambe in modo “lieve” gli aggressori. Un terzo individuo stava riprendendo tutto con un cellulare.

Fonte: Il Post

A questo punto sono scattate le ricostruzioni che hanno portato gli Uomini in Divisa a risalire il fiume di informazioni giungendo, così, alla fonte. “Pregressi contrasti tra soggetti gravitanti nel mondo rap-trap milanese”, fanno sapere le Forze dell’Ordine ed il tentato omicidio avvenuto in seguito ad un tentativo di aggressione che i due feriti avrebbero messo in atto nei confronti di Shiva e dei suoi amici.

Fonte: Oggi

Ormai da tempo, ha preso piede uno scontro virtuale tra “cantanti” che, a suon di insulti veri o costruiti, spingono i propri fan a scendere in strada per prendersi a botte e pistolettate (queste sì, reali) in difesa del proprio “idolo” musicale.

Nello specifico, il rapper che ha ben due milioni di follower e cinque milioni di ascolti sulla piattaforma Spotify, dovrà rispondere di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose.

Fonte: Leggo.it

Ebbene, quanto avvenuto rappresenta un vero e proprio cancro dei nostri tempi: delinquenti allo stato puro che, per fingersi diversi dalla loro reale natura, si mascherano (in maniera penosa) da “cantanti”, veicolando messaggi di odio verso le donne o ancora idolatrando il dio denaro, la droga e tutto ciò che porta ad un benessere falso e malato.

Prendiamo, ad esempio, questa porzione di testo dello stesso Shiva: “Sai che, se avrò colpi sparerò.
Vedi i bossoli a terra e nei miei boxer. Conto l’erba, ho cambiato erba”. Oppure: “La mia ragazza segue la moda, io seguo i soldi e la droga” “canta” la Dark Polo Gang. Questi sono solo un paio di esempi di testi che generano idee errate nelle teste di giovani menti fragili che abboccano alla prima nullità di turno. Ma la violenza non si limita al mondo Rap e Trap.

Ultimamente i cantanti Colapesce e Dimartino, vincitori “radiofonici” del Festival di Sanremo 2021 con il brano “Musica leggerissima” e tutt’altro che rapper o trapper, hanno pensato di scrivere un singolo dal titolo “Ragazzo di Destra”. Ebbene, in questo testo che riportiamo integralmente, si fotografano in maniera totalmente e politicamente strumentale (oltreché banale) i ragazzi di Destra.

Fonte: R101

“Semplice giudicare/Metti la divisa a lavare/Ti giuro, nessuno ce l’ha con te/Facile caricare/C’è un bambino dentro di te che è ancora convinto di dover dimostrare/A costo di farsi male/Tutto solo nel tuo bomberino/ Senza la tua squadra, tu chi sei/Posa il manganello e prendi un fiore/Mangiati un gelato con qualcuno/Oggi che è festa/Ragazzo di destra/Andate tutti via, adesso faccio un muro/Non voglio più vedere depravati alle parate/Gli invasori fra i coglioni li farei tutti fuori/Amore, ti difenderò col tirapugni d’oro/Mi darai un figlio naturale la notte di Natale/Mentre cade giù la neve/Facile non è vero/Mordi questo zucchero filato/Fragile faccia nera, sei sul ciglio di una scogliera. Come me hai paura ma è una splendida sera”.

Appare evidente come il duo abbia ben compreso che, almeno in Italia, le porte della visibilità possono aprirsi solo se si da contro una determinata area politica, contaminando la Musica che non ha colori né bandiere di partito. Divisa, bomberino, squadra, caricare, manganello, faccia nera, parate, sono alcune delle parole chiave volte a demonizzare chi crede in certi valori che nulla hanno a che fare con la violenza. Immaginiamo cosa sarebbe successo se un cantante avesse scritto un brano dal titolo “Ragazzo di Sinistra”, sottolineando il modo di vestire da straccione, i capelli rasta, le canne e tutta una serie di banalità che non rispecchiano l’intera gioventù con ideologie di Sinistra. Ci sarebbero stati titoli a caratteri cubitali sui principali quotidiani, interrogazioni parlamentari, prese di distanza da parte delle maggiori reti televisive, attacchi sui social e chi più ne ha, più ne metta.

Ecco, dunque, il problema: usare un’Arte raffinata come la Musica per lanciare messaggi politici, di odio e di violenza o mistificare un certo credo ideologico è un vero e proprio insulto non solo alla Musica stessa ma anche a tutti coloro che hanno operato e continuano ad operare in questo campo con professionalità e competenza. Parolieri, arrangiatori, cantanti, speaker radiofonici e ascoltatori: dobbiamo sentirci tutti profondamente offesi da queste vergogne che inquinano con i loro testi da quattro soldi un’Attività umana così elevata.

Tornano alla mente le parole di un Nome della Musica Pop italiana, Amedeo Minghi che tempo addietro, in un’intervista, disse: “I giovani propongono canzoni con testi incomprensibili, parole che non so cosa significano. Perché sono troppe. Noi veniamo da lontano, dalla poesia vera dove le parole contavano. Ma più aggiungi parole, meno dici. Con rime forzate riesci a sfornare stupidaggini incredibili. Il livello oggi è basso basso. Preoccupante”.

Fonte: Facebook

Vorremmo concludere con un appello ai gestori dei social network, anche se le probabilità che questo cada nel vuoto sono pressoché una certezza: vista la facilità con cui gli algoritmi bloccano i profili per via di parole o frasi che vengono ritenute “offensive” poiché il sistema non è in grado di contestualizzarle, sarebbe opportuno intervenire con altrettanto “zelo” nei confronti di video e testi chiaramente ingiuriosi ed incitanti all’odio che, al contrario, possono essere pubblicati senza restrizioni di sorta. Pensateci! 

Stefano Boeris

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