Possiamo definire riuscito il film dei Manetti: acchiappa il pubblico, lo coinvolge nell’azione e aumenta la fascinazione per Diabolik

È uscito il 17 novembre il secondo capitolo della saga dedicata a Diabolik dei Manetti Bros. Dopo il successo della critica del primo film, meno fortunato al botteghino, arriva la seconda pellicola dedicata a Diabolik. Il film si basa sul personaggio delle sorelle Giussani, non vuole essere caratterizzato come sequel, lo affermano gli stessi registi Marco e Antonio Manetti.

La storia si sviluppa intorno all’ennesimo colpo dei due complici e amanti Diabolik ed Eva Kant, che si ritrovano tuttavia in una trappola dell’ispettore Ginko, deciso più che mai a fermare una volta per tutte l’eterno rivale.

Fonte: Vanity Fair

Il legame tra i due criminali verrà messo a dura prova, ma allo stesso modo sarà l’ispettore a trovarsi in difficoltà di fronte alla comparsa del suo eterno amore: Altea.

Quella che vedremo in questo Diabolik è una nuova prospettiva, del tutto intimistica, richiamata anche dalla colonna sonora, impreziosita dal nuovo singolo di Diodato “Se mi vuoi”. Nel cast ritroviamo il Ginko di Valerio Mastandrea e Miriam Leone nel ruolo della fatale Eva Kant, Monica Bellucci nel ruolo della carismatica Altea e il nuovo protagonista – grande novità del film – che prende il posto di Luca Marinelli: già confermato ad aprile, il sostituto per il ruolo del genio del crimine è Giacomo Gianniotti, attore italo-canadese noto soprattutto per il suo ruolo nella serie Grey’s Anatomy. Oltre al cast, altro asso nella manica sono le spettacolari musiche di Aldo e Pivio De Scalzi.

Altre sonorità, presenti all’inizio, sembrano riferirsi chiaramente a Back in N.Y.C. brano dei Genesis presente nell’album The Lamb lies down on Broadway, altro riferimento massimo per il mondo del Prog Rock.

Questo secondo capitolo declina alcune sfere che colpiscono la sensibilità degli appassionati: ci sono i furti, così come Ginko alle calcagna di Eva Kant e Diabolik, ma a trovare spazio è anche la dimensione intima dei due eterni rivali. “Abbiamo introdotto il personaggio di Altea: la duchessa non c’era nell’albo preso come riferimento per questo film”, spiegano i Manetti Bros. Attraverso di lei si esplora la fragilità di Ginko: “Il mio personaggio è prigioniero della sua ossessione: non fa che pensare a Diabolik”, spiega Valerio Mastandrea.

Ad un certo punto, infatti, nel film Ginko arriva a sostenere che Diabolik viene prima di tutto: ha la precedenza persino sul sonno, l’amore e la morte. “Altea lo libera dalla sua solitudine, nella quale Ginko si rintana per senso del dovere”, continua Mastandrea, “gli regala delle ore d’aria”.

A sua volta vediamo Eva e Diabolik battibeccare come due coniugi qualunque: lei vuole andare in vacanza, lui no.

“Sono due ladri spericolati, belli e spavaldi quando si tratta di rubare, ma nel privato non sono poi così lontani da Sandra e Raimondo Vianello”, sostiene la protagonista Miriam Leone. Possiamo definire riuscito il film dei Manetti: acchiappa il pubblico, lo spinge nel mondo poliziesco, lo coinvolge nell’azione e aumenta la fascinazione per Diabolik.

Ora attendiamo il terzo, sperando sia la conclusione eccellente di una storia che è riuscita a far parlare di sé.

Jacopo Gasparetti

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