Voglio essere positivo e credere in un ravvedimento di quelli, la maggior parte, che occupavano militarmente ogni minuto della propria giornata con “qualcosa da fare“

Sicuramente questo lungo periodo casalingo ci ha permesso di pensare di più. Anche al futuro.

Ma come lo affronteremo, con più equilibrio e tranquillità o molto più arrabbiati per il presunto tempo perso?

Voglio essere positivo e credere in un ravvedimento di quelli, la maggior parte, che occupavano militarmente ogni minuto della propria giornata con “qualcosa da fare”. Avranno capito che la vita si misura in qualità e non in quantità?

Litigo costantemente con amici che non vedono l’ora di riprendere i ritmi assurdi di prima.

Li contraddico fermamente cercando di farli riflettere e li esorto ad eliminare le cose inutili: appuntamenti riempitivi, colazioni di lavoro stressate anche dal cibo, viaggi per convegni, congressi ed altro. Tutto ormai inesorabilmente sostituito dalla tecnologia online.

E le mamme? Che cosa faranno con i figli più piccoli spesso portati come pacchi prima ad una lezione di inglese poi ad uno sport di squadra? I nonni, chi ha la fortuna ancora di averli, sono stati grandi protagonisti in questi ultimi due anni. Hanno riempito con la loro presenza e disponibilità i tempi vuoti dei nipoti che li hanno recuperati anche come amici. Che facciamo adesso li chiudiamo in un ospizio perché non servono più?

Dobbiamo avere le idee chiare. Ce lo impone una società confusa dagli eventi ma, nelle sue energie più positive, pronta ad una ripresa, ad un rilancio.

Un mio amico, medico chirurgo affermato, che non frequento ma stimo enormemente, prima di sottopormi ad un intervento per me impegnativo, girandomi intorno prima dell’anestesia voleva parlarmi del figlio non ancora realizzato, come lui vorrebbe, nel lavoro. Chiedermi un consiglio, confrontarsi con me.

Non ne ha avuto il tempo o per discrezione non l’ha fatto. Finita l’emergenza sono costantemente loro, i nostri figli, che ci preoccupano. Molti non scalpitano per costruirsi un futuro, galleggiano
“aspettandolo”. Vanno spronati, aiutati a recuperare entusiasmi ed emozioni.

Con la nostra esperienza di padri, quasi nonni, noi abbiamo l’enorme responsabilità di essere per primi ottimisti, di crederci e far credere loro al nuovo bellissimo futuro che verrà …

Raimondo Astarita

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