La perdita della fregata Sémillante risultò una delle più dolorose perdite che la marina francese ebbe a sopportare durante la Guerra d’Oriente

Il 15 febbraio 1855 nella Corsica meridionale presso l’isola di Lavezzi sulle Bocche di Bonifacio naufragava inesorabilmente la fregata Sémillante.Le circostanze del disastroso destino di questa gloriosa imbarcazione sono oramai ben note grazie ai molti contribuiti di autori diversi che nel tempo hanno concentrato il proprio interesse intorno alla scomparsa di questa nave e del suo equipaggio. Tra le numerose pubblicazioni vogliamo ricordare, in particolare, il racconto L’agonie de la Sémillante scritto da Alphonse Dudet, comparso per la prima volta in L’Evénemenf del 7 ottobre 1866 e raccolto nel 1869 all’interno delle Lettres de mon mulin. E inoltre, più di recente, il prezioso contributo di

Giancarlo Tusceri, Pascal, mon annie. Il naufragio de «LaSémillante», pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Taphros. La Sémillanteera una fregata di prima classe costruita a Tolone nel 1820 e rappresentava una delle più forti unità della marina di guerra francese. Partita dal porto di Tolone il 14 febbraio 1855, con destinazione Odessa in Crimea, aveva il compito di portare aiuti all’esercito francese in guerra. Sotto il comando del Capitano di Fregata Gabriel Auguste Jugan, la mattina del 15 febbraio 1855, mentre tentava di attraversare le Bocche di Bonifacio, l’imbarcazione fu sorpresa da una tempesta e alle ore 12.00 circa si schiantò sugli scogli ad ovest dell’isola di Lavezzi tra la Corsica e la Sardegna. Nel naufragio perirono 695 uomini: 560 corpi vennero raccolti presso due cimiteri sull’isola di Lavezzi mentre 32 furono sepolti altrove. Alcuni cadaveri

vennero recuperati a Bonifacio e a La Maddalena, altri nella Corsica meridionale, a distanza di quaranta chilometri dal luogo del naufragio, in località Pianotolli-Caldarello; molti purtroppo mai ritrovati. Qualche giorno dopo il naufragio l’amministrazione della marina prescrive lo studio dei lavori da eseguire, in ossequio alla memoria dei caduti e delle loro disperse membra. Questi lavori prevedevano l’allestimento dei due cimiteri marini di Furcone e di Briquet dedicati al pietoso compito di conservare le spoglie dei naufraghi.

Fonte: Gialli.it

Ciascuno dei due cimiteri doveva essere recinto da un semplice muro di chiusura che avrebbe preservato le sepolture dalla dispersione. Agli angoli de1 recinto si elevavano solo due piramidi sormontate da una croce, in modo tale da conferire a ciascuna tomba un’estrema semplice dignità. Il cimitero di Briquet racchiude le spoglie mortali del comandante Jugan, riconosciuto con certezza e deposto in una distinta fossa. Una lapide copre la sepoltura isolata da una inferriata che reca incorniciata una targa commemorativa inviata dalla famiglia del defunto. Infine, sulla sommità dell’isolotto di Briquet, ai cui piedi si è inabissato il naviglio, è stata eretta una piramide alta quattordici metri. Questi distinti monumenti che uniscono insieme la semplicità e il decoro vengono realizzati per volontà e in base a un progetto eseguito sotto la direzione del Capitano del Genio Farjas.

La perdita della fregata Sémillante risultò una delle più dolorose perdite che la marina francese ebbe a sopportare durante la Guerra d’Oriente, sia in termini materiali che umani.

Giovanni Mulas

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