La sida di Putin alla democrazia e la guerra israelo-palestinese. Il mondo trema

Chissà se la fine del dissidente russo Alexey Navalny, morto in un carcere terribile, avrà fatto capire alla politica internazionale cosa può accadere se la strategia imperialista e antidemocratica di Putin, non verrà arginata.

Chissà se i nostri leader, che sono timidi nel condannare la guerra di Putin contro l’Ucraina, avranno capito che non difendere l’Ucraina e non sostenerla in questa guerra, può determinare attacchi contro altri Paesi. D’altronde Putin, il giorno prima dell’invasione in Ucraina, aveva ben spiegato che l’intenzione russa era quella di riproporre la grande Russia è quello che sta succedendo è esattamente in linea con le intenzioni dichiarate da Putin.

Sottovalutare questa situazione è estremamente pericoloso, le democrazie, se non difese, rischiano grosso. Putin ha creato un regime fondato sul terrore dove i cittadini non hanno notizie di quello che succede in Russia e nel mondo. Dovrebbero capirlo i cialtroni nostrani che parlano di un Regime autoritario che si fa strada in Italia, guardassero e facessero manifestazioni contro i regimi veri, come quello di Putin. Ma qui si può parlare perché in Italia il regime non esiste.

È bene ricordare che nel mondo, i Paesi che vivono nella democrazia, sono minoritari, rispetto ai Paesi che vivono nelle dittature e nel sovranismo esasperato. Vorremmo essere sicuri che i due partiti un tempo più vicini a Putin, la Lega e i 5S, abbiano veramente tagliato i fili con in dittatore che, va ricordato, arriverà alle elezioni senza rivali, perché ha eliminato Piano piano, tutti i potenziali avversari.

La comunità internazionale non deve e non può smettere di aiutare gli Ucraini, la loro guerra è a difesa dell’autonomia Ucraina ma è anche una guerra per la difesa della democrazia. Senza gli aiuti e senza armi adeguate, la capitolazione sarà inevitabile e Putin già minaccia altre libere nazioni che facevano parte dell’Unione Sovietica.

Fonte: Geopop

Molto confortante la risposta della politica italiana che si è raccolta compatta a difendere la democrazia, alla fiaccolata organizzata da Calenda, hanno partecipato anche Lega e 5S, da sempre vicini alla Russia, e speriamo che non sia stata una presenza di facciata.

Molto importante sarà il ruolo che svolgerà l’Europa. Dopo tanta marginalità, questa è l’ultima chiamata per il nostro continente che dopo tanto immobilismo, deve avere il coraggio delle scelte.

L’altro teatro di guerra vicino a noi, è il Medio Oriente. Alla vigilia di un importante accordo tra Israele e Mondo Arabo, il 7 ottobre 2023, Hamas ha sferrato un attacco senza precedenti ad Israele. Più di mille morti, ostaggi, violenze di ogni tipo. Nulla di sorprendente se si pensa che Hamas e chi li sostiene, hanno nel loro Statuto la cancellazione dello Stato d’Israele.

Fonte: Mondo Economico

Viviamo le cronache di questa drammatica situazione ogni giorno e la reazione del leader del governo israeliano Netanyahu, sta mietendo migliaia di vittime. Una situazione orribile perché a farne le spese sono i civili, anziani e bambini in particolare, che spesso vengono utilizzati da Hamas come scudi umani a difesa degli arsenali militari. Le immagini televisive hanno certamente fatto vincere ai palestinesi la guerra della comunicazione.

Nell’immaginario collettivo, i buoni sono i palestinesi, i cattivi, gli israeliani. Certamente non è così perché la situazione è talmente complicata che spiegarla è difficile. Ognuno racconta quello che sa e i propri convincimenti si formano con notizie spesso molto parziali. Sembra la situazione negli anni ‘60, quando nella guerra in Vietnam, i cattivi erano gli americani e i buoni i vietnamiti, senza sapere i motivi di quella guerra.

Una cosa è certa, Netanyahu, già contestato dai cittadini prima della guerra, non è in condizione di gestire questa crisi difficile, dovrebbe passare la mano, ma sia lui che la moglie, verrebbero inquisiti per fatti di corruzione, oggi sospesi a causa della guerra. Anche questa guerra è una guerra per la libertà. Quella dei palestinesi che hanno diritto al loro Stato, al loro territorio e quella di Israele, che ha diritto a vivere nella sicurezza, una volta per tutte. Difficile con questi leader in campo arrivare a qualche risultato, ma è una strada obbligata.

Dalla difesa dell’Ucraina alla determinazione dei due Stati, quello Palestinese è quello d’Israele, passa la Pace nel mondo. È facile stare dalla parte della Pace. Ma la pace si costruisce, cercando mediazioni e lavorando a smussare le prepotenze.

Per raccontare le storie di casa nostra, in vista delle elezioni europee di giugno, Salvini che teme un flop clamoroso, cerca visibilità cercando di mettere in difficoltà il governo Meloni. Ma lo racconteremo la prossima volta.

FRANGES

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