La speranza di avere finalmente giustizia e di arrivare alla verità su questa inquietante vicenda è la speranza di tutti noi, che abbiamo vissuto questa oscura pagina della storia d’Italia

Sono ormai passati quarant’anni, dalla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, giovanissima cittadina vaticana.

Era il 22 maggio del 1983, e dai giorni successivi,  Roma fu tappezzata di manifesti con l’immagine della ragazzina.

Chi non ricorda , quel giovane viso, sorridente ed ingenuo, con la fascetta sulla testa.
Avevo a quei tempi vent’anni, e rimasi molto colpito da questo incredibile clamore mediatico, da una città invasa dai manifesti, dall’ appello del Pontefice ai presunti rapitori, da questa inquietante e drammatica storia, che mai avevo vissuto in precedenza.

Questi quarant’ anni di storia sul caso Orlandi, li ricordiamo tutti più o meno.

Indagini confuse, depistaggi di ogni tipo, servizi segreti, millantatori, ipotesi degli inquirenti tra le più disparate, Lupi grigi, Alì Agca e l’attentato al Papa, il crack dell’Ambrosiano Veneto colluso insieme allo IOR, in una losca vicenda di riciclaggio di denaro sporco, proveniente da attività illecite della malavita internazionale, dove furono coinvolti il banchiere Roberto Calvi, e Paul Marcinkus, Presidente dell’ Istituto Opere Religioso (IOR),  pedofilia all’interno dello Stato Vaticano, banda della Magliana, tratta delle bianche, e chi più ne ha, più ne metta.

Fonte: Voci di Città

Quando tutto ormai sembrava sepolto, sotto le ceneri di un fuoco, che sembrava aver bruciato ogni verità, in questi ultimi mesi, grazie anche alla ostinazione di Pietro Orlandi, fratello della giovane Emanuela, che oggi, ricordiamolo, se fosse ancora viva, avrebbe 56 anni, sembra si sia riacceso questo fuoco, per illuminare questa oscura vicenda, e arrivare ad una “scomoda” verità

Anche il Vaticano , nella persona di Papa Francesco, sembra aver abbandonato il suo atteggiamento di omertà ed ha nominato una Commissione d’inchiesta, all’interno dello Stato Vaticano (cosa mai accaduta fino ad ora), e lo stesso iter, sta seguendo il nostro Governo, con la creazione di una commissione parlamentare.

Tutto fa finalmente pensare, che si possa arrivare almeno ad una parziale verità di questa Intricata vicenda, anche se purtroppo, sono molto scarse le possibilità di  ritrovare Emanuela ancora in vita.
É poco credibile, per non dire impossibile, che una ragazza possa essere sparita o essere stata nascosta per tutto questo tempo e trovarla ancora viva.

Purtroppo, lo scrivo da Cristiano credente, questa storia provoca molta ansia e imbarazzo, perché’ sembra sempre più verosimile, che le indagini portino dritte dritte, verso le alte sfere del Vaticano.
Alti Prelati, Monsignori, Cardinali, addirittura in questi ultimi giorni, si è fatto il nome di Papa Karol Wojtyla, tra i possibili attori di questa vicenda.

Dal Cardinal Poletti, che permise la sepoltura del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, nella Basilica di St. Apollinare , concessa solo a Santi ed alti prelati, all’allora Segretario di Stato Cardinal Casaroli , Monsignor Verde, fino a Papa Ratzinger.

Ora il vento sembra cambiato, e le Commissioni d’inchiesta, una parlamentare ed una vaticana, riprenderanno ad indagare, ripartendo da zero, come se Emanuela fosse scomparsa oggi, ma soprattutto con la ferrea volontà di fare luce su prove o fatti, che volutamente o meno, sono stati sottovalutati in questi quarant’anni.

Sarebbe davvero un importante segnale di cambiamento, per la nostra nazione, fare finalmente luce su una delle tante, troppe, vicende avvolte nel mistero, che caratterizzano tristemente, la storia d’Italia, dello scorso secolo.

Nei prossimi mesi, si prevedono, importanti novità dalle indagini e dalle nuove prove, che sembra, siano in possesso del legali della famiglia Orlandi.

La speranza di avere finalmente giustizia e di arrivare alla verità su questa inquietante vicenda, è la speranza di tutti noi, che abbiamo vissuto questa oscura pagina della storia d’Italia…è arrivato in momento, il paradiso, non può più attendere…

Filippo Gesualdi

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