In Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, invece, lo stop estivo dei lavori parlamentari sarà più lungo

La pausa estiva del Parlamento italiano finirà ai primi di settembre. La convocazione delle aule di Camera e Senato è prevista infatti per il 5 settembre, mentre le Commissioni dovrebbero riprendere i lavori almeno il giorno prima (se non addirittura dal 28 agosto, ma il calendario definitivo per le Commissioni non è ancora stato pubblicato).

Il Parlamento italiano incontra i sindaci – Fonte: Sito istituzionale

I banchi dell’opposizione a Montecitorio nella precedente legislatura – Fonte: Sito istituzionale

Bisogna dire, perciò, che rispetto alla ripresa dei lavori di alcune nazioni europee, come Regno Unito, Germania, Francia e Spagna, il nostro Paese risulta il più virtuoso in materia.

Nel Regno Unito la House of Commons, la Camera bassa del Parlamento britannico, ha programmato una pausa dal 20 luglio al 4 settembre (46 giorni). La House of Lords, la Camera alta, che è andata “in vacanza” dal 25 luglio, tornerà a riunirsi il 4 settembre (41 giorni di pausa estiva). 

In Francia l’Assemblée nationale, il ramo più importante del Parlamento d’oltralpe, ha lavorato fino al 23 luglio per esaminare i provvedimenti urgenti adottati dal presidente Macron contro le rivolte in alcune città del Paese. L’Assemblée nationale tornerà operativa il 18 settembre (57 giorni dopo l’inizio della pausa). Anche il Senato, in Francia, aveva concluso i lavori il 23 luglio, ma siccome il 24 settembre si svolgeranno le elezioni per il rinnovo dei suoi membri (i quali non sono eletti direttamente dai cittadini, bensì dai rappresentanti degli enti locali), la prima seduta del Senato dopo queste elezioni è fissata il 2 ottobre (71 giorni dall’ultima volta). 

Al Bundestag tedesco (prima Camera del Parlamento federale), fermo per tutto il mese di agosto e un bel pezzo di luglio (l’ultima riunione in plenaria si era tenuta il 7 luglio), la ripresa è prevista il 4 settembre (60 giorni). « Durante il periodo di pausa estiva – si legge nel sito – i parlamentari si dedicano al proprio collegio elettorale, si occupano di questioni specifiche, pianificano riunioni e udienze e preparano i progetti di legge per l’autunno. In circostanze particolari la pausa parlamentare può essere interrotta con la convocazione di sessioni speciali». Nella seconda Camera, il Bundesrat, lo stop comprende il periodo che intercorre dal 9 agosto all’11 settembre (34 giorni).

In Spagna al momento, per via delle recenti elezioni del 23 luglio per rinnovare i membri del Parlamento, è un po’ più indefinibile. L’articolo 73 della Costituzione spagnola stabilisce che le due Camere si riuniscano da settembre a dicembre e da febbraio a giugno. Tra luglio e agosto possono comunque essere convocate sessioni straordinarie su richiesta del governo. Lo scorso 29 maggio, però, il governo Sánchez ha sciolto le Camere con un decreto in vista del voto di luglio, stabilendo che il nuovo Parlamento si sarebbe formato intorno al 17 agosto. Tuttavia, sono in corso tentativi di accordo, fra le forze politiche, per riuscire a formare una nuova coalizione di governo. Al momento, quindi, il calendario per la ripresa dei lavori parlamentari è ancora in stallo e se le trattative per formare il nuovo governo non dovessero addivenire a un esito certo, gli spagnoli in tutta probabilità dovrebbero recarsi di nuovo alle urne.

Lo scenario dei maggiori Paesi europei in questa materia premia allora l’Italia, come la più “secchiona della classe” o, quanto meno, la più laboriosa. O almeno così appare.

Daniela BLU

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