Il rogo ha generato una colonna di fumo visibile a chilometri di distanza; in tutto il quadrante Ovest, l’aria è diventata irrespirabile
Non bastavano le temperature degne della morsa di Caronte a complicare la vita dell’Urbe: nel primo pomeriggio un enorme incendio è divampato nella periferia ovest della città in via Bosco Marengo (zona Monachina). Ad esplodere ben 50 bombole gpl poste all’interno di capannoni industriali. Subito i soccorsi che hanno portato all’evacuazione di diverse famiglie residenti e alla chiusura di un centro estivo. Il fuoco, infatti è giunto sino ai giardini e alle palazzine limitrofe.
Squadre di vigili del fuoco, della Protezione civile e la Polizia di Roma Capitale sono subito entrate in azione. Dalle prime notizie, sembra che il rogo sia partito da alcune sterpaglie presenti nei pressi di un campo zingari della Monachina; da qui, complici le temperature che oggi hanno toccato i 40 gradi, le fiamme si sarebbero propagate con estrema facilità su tutta l’area.
Alcuni testimoni hanno raccontato di ben 50 esplosioni e diversi camper in fiamme. La colonna di fumo è giunta sin sulla SS1 Aurelia, all’altezza dell’uscita numero 1 del Grande Raccordo Anulare.
118, Pompieri e Protezione Civile hanno soccorso circa 35 persone al Policlino Gemelli che, per via del fumo, hanno riportato sintomi da intossicazione. Due persone, una donna ed il suo bambino, sono state portate in codice giallo al Policlinico Gemelli.
C’erano anche dei cavalli nella zona che sarebbero rimasti feriti. Il rogo ha generato una colonna di fumo visibile a chilometri di distanza; in tutto il quadrante Ovest, l’aria è diventata irrespirabile.
Un incendio, dunque, che ha riportato alla mente, anche se per fortuna in maniera assai più circoscritta, quello del 64 d.C. attribuito erroneamente a Nerone che in realtà non si trovava a Roma, ma nella sua villa ad Anzio e che, al contrario di ciò che la leggenda vuole, fece il possibile per salvare la città.
Stefano Boeris