Dobbiamo attendere che si verifichi una tragedia, com’è nel costume tipico di questa Nazione, perché qualcuno di voi si muova concretamente?
La Capitale vuole, forse, ottenere il guinness dei primati in termini di accoglienza e così, dopo l’apertura agli umani, adagiati sotto i ponti, in camper o roulotte e nelle tendopoli lungo il “fu” biondo Tevere e nelle macchie verdi, siamo passati agli animali: prima i gabbiani, poi i pappagalli ed ora i cinghiali.
E proprio questi ultimi nuovi cittadini, hanno preso possesso di strade, parchi e fontanelle per far crescere nella Città che un tempo fu dei Cesari, i loro piccoli e rigati figlioletti. I loro negozi di alimentari sono i cassonetti AMA che, stracarichi di immondizia, rappresentano per i cittadini a quattro zampe, magazzini dove prendere “a gratise” cibo per mangiare a sazietà.
Ormai, nel quartiere Aurelio (e non solo) è diventato “normale” girare l’angolo e vedere queste famiglie andare in giro tra macchine parcheggiate e marciapiedi senza il minimo problema. Vero è che il pericolo esiste, specialmente di notte quando, voltando l’angolo con la propria auto, può capitare di vedersi spuntare all’improvviso un esemplare adulto.
Caro Sindaco, cari assessori, cari Presidenti di Municipio ma cosa aspettate ad intervenire? Ci permettiamo di ricordare a lor signori che tra i compiti da svolgere c’è anche (e soprattutto) il decoro e la sicurezza della Città.
Nella vostra posizione non vi è concesso voltare la testa dall’altra parte o limitarsi a parole che poi sono destinate a rimanere tali. Ormai i parchi pubblici sono diventati un pericolo per famiglie con bambini e, più in generale, per chiunque voglia godersi il verde di Roma stando seduto su una panchina.
Dobbiamo attendere che si verifichi una tragedia, com’è nel costume tipico di questa Nazione, perché qualcuno di voi si muova concretamente?
A voi la risposta!
Stefano Boeris