No del Congresso agli aiuti all’Ucraina; veto di Orban al Consiglio Europeo

Mentre i combattimenti a Gaza continuano ad attirare l’opinione pubblica mondiale, dal fronte occidentale arrivano pessime notizie per il presidente ucraino Zelensky e la sua Nazione. Il conflitto russo-ucraino sembra, infatti, scomparso dai radar dei media internazionali, ben più interessati agli eventi mediorientali. Ma oggi come non mai le sorti dell’Ucraina sembrano appese a un filo.

La controffensiva militare ucraina non riesce a produrre gli effetti desiderati e Putin non è intenzionato a ridurre la portata dell’offensiva russa. Anzi, l’esercito russo è pronto ad accogliere 17mila nuovi soldati per sostenere il fronte di guerra.

Ma lo scenario si fa, se possibile, sempre più inquietante per Kiev, che rischia di perdere il sostegno economico occidentale che l’ha tenuta in vita in questi quasi due anni di guerra.

A mettere in pericolo le sorti della nazione ucraina sono il Congresso statunitense ed il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, decisi ad interrompere gli aiuti economici americani ed europei destinati a Kiev. Il Congresso americano sembra infatti intenzionato a non approvare il pacchetto di aiuti internazionali proposto dall’amministrazione Biden, nel quale rientrano i 60 miliardi stanziati per il sostegno alla resistenza ucraina. Il provvedimento ha incontrato l’opposizione dei repubblicani sia alla Camera che al Senato, rendendo impossibile la sua approvazione.

Le notizie arrivate da Washington in queste settimane hanno decisamente allarmato il presidente ucraino Zelensky, che si è recato in visita da Biden per convincere il congresso statunitense sulla necessità di una cooperazione tra i due paesi. Senza il sostegno degli Stati Uniti, da sempre coinvolti nel conflitto russo-ucraino, Zelensky confidava sugli alleati europei.

Ma le notizie provenienti da Bruxelles complicano ulteriormente la situazione per l’Ucraina, che attendeva la decisione del Consiglio Europeo sull’invio di aiuti economici a Kiev. Purtroppo, tutto è andato come previsto.

Nella riunione tra i capi di stato e di governo tenutasi nella notte tra giovedì e venerdì, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha infatti messo il veto all’adozione e all’invio di un fondo di 50 miliardi di euro destinati alla causa ucraina e all’approvazione del bilancio pluriennale comunitario 2021-2027. La decisione del Premier ungherese, che ora tiene in scacco l’intera comunità europea e tende la mano all’amico Putin, era prevedibile. Orban si è sempre detto contrario agli aiuti economici all’Ucraina, paese non membro dell’Unione Europea.

Fonte: Nicola Porro

Non è bastato a fagli cambiare idea lo sblocco dei fondi di coesione, per un valore di 10 miliardi, all’Ungheria, che non ha potuto beneficiarne prima perché accusata dalla Commissione di non rispettare i valori democratici e liberali (tra cui l’indipendenza della magistratura) su cui l’Unione si fonda. Anzi, il malumore del Leader ungherese si era già manifestato in occasione dell’annuncio da parte del Consiglio Europeo dell’avvio di negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia all’UE.

La decisione era stata, infatti, approvata all’unanimità del Consiglio Europeo, con l’eccezione del Premier ungherese che si era astenuto abbandonando la riunione.

Il veto di Orban ha, dunque, rimandato tutto all’anno prossimo, ritardando una decisione fondamentale per il popolo ucraino.

Giulio Picchia

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