Malgrado i progetti per una pace perpetua, «sempre le montagne hanno fatto guerra alle pianure»

Durante i numerosi attacchi in Ucraina, a Leopoli si corre contro il tempo per prelevare da chiese e musei le opere di maggior valore. Tim Le Berre, che si occupa di conservazione di opere d’arte nei musei militari per l’esercito francese, ha messo in sicurezza la bellissima scultura lignea del Cristo Salvatore, rimuovendola dalla cattedrale armena e portandola in un rifugio antibomba. L’opera è parte di un’iconostasi medievale (la parete divisoria decorata che separa la navata delle chiese di rito orientale cattoliche e ortodosse dal presbiterio dove viene celebrata l’eucarestia).

La scultura, infatti, è già sopravvissuta alla Seconda Guerra mondiale e ha un valore artistico, religioso e simbolico altissimo. Come la stessa Chiesa che la ospita, considerata uno degli edifici sacri più antichi e lussuosi dell’Europa Occidentale, insieme alla Cattedrale di Santa Sofia di Kiev. Risparmiata dai bombardamenti degli Anni ’40, la chiesa armena è rimasta per molti anni chiusa ed adibita a magazzino. Finché il 18 maggio 2003 non è stata riconsacrata.

Fonte: Uno scatto del fotografo freelance portoghese André Luís Alves

Un lavoro encomiabile di quei pochi che preservano le tracce dell’uomo dalla sua stessa tremenda furia distruttiva.

Purtroppo, qualche cosa nell’uomo vuole la guerra, ma sospingerlo dentro è volergli concedere la gioia di uccidere e la rabbia di morire. È un grande peccato che ciò che dovrebbe essere al servizio della felicità degli uomini, come le opere d’arte che li esaltano, le istituzioni che li migliorano, gli amori che li nobilitano, corrano, sempre, tutte verso il baratro!!!

Istintivamente ed onorevolmente l’uomo, nel momento del pericolo, corre a salvare la sua storia, la testimonianza delle sue capacità, il ricordo del suo passato e rinuncia, invece, a salvare sé stesso da una battaglia che vedrà presto una soluzione sulla sua tomba di legno, divenuta il tavolo sul quale i superstiti giocheranno ognuno le proprie pedine per spartirsi, poi amichevolmente, le case rimaste vuote.

Malgrado i progetti per una pace perpetua, «sempre le montagne hanno fatto guerra alle pianure», sempre le montagne si sono fatte la guerra tra loro. E i tentativi di far guerra alla guerra, o di dichiarare la pace, sono arrivati troppo tardi. (Victor Hugo)

Carolina Zero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *