A Palazzo Barberini la mostra sull’eroina biblica Giuditta tra Caravaggio, Artemisia Gentileschi e opere di autori da tutto il mondo

Il 26 novembre scorso è stata inaugurata a Roma la mostra “Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento”, che sarà in esposizione fino al 27 marzo 2022. Ospitata nelle recenti sale al pian terreno di Palazzo Barberini, la mostra è stata organizzata in occasione dei settant’anni dalla scoperta del famoso quadro di Caravaggio “Giuditta e Oloferne”, conservato nel medesimo palazzo, e dei cinquant’anni dalla sua acquisizione da parte dello Stato Italiano.

La mostra conta numerosi capolavori provenienti dai musei di tutto il mondo, a partire dall’affascinante Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi appartenente al Museo di Capodimonte a Napoli.

Il percorso si articola in quattro sezioni e si apre con una selezione di opere cinquecentesche che raffigurano l’eroina biblica Giuditta tra Maniera e Natura, mostrando una nuova maniera di concepire il tema. La seconda sezione ospita l’opera centrale dell’esposizione: si tratta di “Giuditta e Oloferne” di Michelangelo Merisi. In tale rivoluzionario e drammatico di dipinto, Caravaggio racconta l’episodio della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta, intenta a salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera.

La più grande interprete del soggetto fu però senza dubbio Artemisia Gentileschi, alla quale è dedicata la terza sezione della mostra. Ella si cimentò numerose volte sul tema con l’aiuto del padre Orazio, e la sua rappresentazione della figura femminile come donna forte divenne un genere richiestissimo tra le corti europee di allora.

La quarta ed ultima sezione è intitolata “Le virtù di Giuditta. Giuditta e Davide, Giuditta e Salomé”.

La parte finale dell’esposizione è dunque dedicata al parallelismo tra la rappresentazione di Giuditta e Oloferne e quella di Davide e Golia, accomunate dai temi ricorrenti della forza, dell’astuzia, della giovinezza e della decapitazione.

Una bella occasione offerta dalla Capitale per immergersi tra le opere di grandi artisti e approfondire il tema di ispirazione biblica nelle sue mille sfaccettature.

Giulio Picchia

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