Questa storia personale è un piccolo esempio che dimostra quanto sia lungo il tunnel che ci siamo trovati a percorrere dal 2020 ad oggi

“Anno nuovo, vita nuova!”, così recita un detto che, dal 2020 ad oggi, sembra essere passato di moda. L’anno nuovo, certamente, non viene meno per un trascorrere temporale e naturale dell’esistenza; sul fatto della vita nuova, invece, sembra esserci stato un arresto improvviso da quando il Covid-19 è entrato di prepotenza nella quotidianità di tutti noi.

Un esempio concreto è legato ai cenoni che da sempre hanno caratterizzato il passaggio dal 31 dicembre al 1° gennaio. Da alcuni anni, io e mia moglie siamo soliti passare il Capodanno in Umbria e, nello specifico, trascorrere il cenone in un ristorante di Todi che si trova proprio nel cuore di questa piccola perla d’Italia. Già a novembre, il proprietario aveva espresso più di qualche perplessità se fare o meno il veglione per via del distanziamento che avrebbe portato alla “perdita” di alcuni posti e ad un rincaro dei prezzi a danno dei clienti affezionati che si sarebbero trovati a pagare anche per gli assenti.

E così, per il secondo anno consecutivo, Todi è saltata. Abbiamo optato, dunque, per un altro locale sempre di elevata cucina come tradizione umbra vuole ma, a pochi giorni dall’evento, sono stato raggiunto da una telefonata del padrone che mi informava della sua positività al test anti-Covid e di conseguenza dell’annullamento della serata.

Terzo ed ultimo tentativo, un ristorante niente male a due passi dalla nostra abitazione che conosciamo da anni. Sembrava che la prenotazione online fosse andata a buon fine, quando mia moglie è stata contattata dalla proprietaria che, mestamente, la informava della cancellazione per via delle numerose disdette dei clienti. Motivo? La paura!

E così, anche questo passaggio tra il vecchio e il nuovo anno lo abbiamo trascorso nel modo più semplice e tradizionale possibile: a casa, col camino acceso e senza rischiare di finire in un anonimo locale con dei prezzi esagerati, com’è tipico delle scelte dell’ultima ora.

Questa storia personale è un piccolo esempio che dimostra quanto sia lungo il tunnel che ci siamo trovati a percorrere dal 2020 ad oggi. Ancora problemi economici enormi per via delle restrizioni, della paura e dell’ottusità di chi insiste nel credere ad esperti della domenica che spingono ad una non vaccinazione.

Immaginiamo soltanto per un momento all’enorme perdita di denaro che questi tre locali hanno avuto, trovandosi costretti a non poter “sfruttare” un momento così sentito come il Capodanno e moltiplichiamo questo numero per i tantissimi ristoratori d’Italia che hanno vissuto la medesima situazione.

Questo 2022 inizia, come il precedente anno, con l’amaro in bocca per tantissime famiglie che contavano in una piccola ma significativa ripresa.

Lunga è la via e la luce sembra essere sempre più una chimera!

Stefano Boeris

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