Una brillante recitazione del quartetto che vede toccare corde sensibili come quelle della solitudine con l’ingrediente dell’ironia
Sono tornato per la seconda volta a vedere “L’Uomo ideale”, la commedia che dal 9 al 27 marzo è stata portata in scena al Teatro 7 e che ha visto quattro bravissimi interpreti: Claudia Campagnola, Simone Montedoro, Toni Fornari (che firma anche la Regia) e Noemi Sferlazza.
La storia ruota attorno a Giada (Claudia Campagnola) e Lollo (Toni Fornari) che vivono sotto lo stesso tetto, si conoscono dai tempi delle scuole medie e condividono sogni, speranze e lavoro. L’attività professionale opera nel mondo della Moda e nello specifico vede la creazione di modelli per l’Intimo. La griffe trova un notevole riscontro in Italia ma stenta a farsi conoscere all’estero.
Tra loro tutto procede, tranne quando la schietta e ruspante donna delle pulizie, che pretende di essere chiamata “colf”, si intromette nei discorsi dei due e si “scontra” con Lollo il quale è convinto che la ragazza lo veda come il fumo agli occhi solo perché è omosessuale.
Un giorno, cercando l’Amore ideale, Giada coglie dalle parole della Colf, la possibilità di affittare una camera; Lollo che prova da tempo a spiegarle che l’Amore non esiste realmente e che troppo spesso ci si basa su concetti poetici ma che restano belle frasi e null’altro, rimane sconvolto da questa scelta ma, alla fine, è costretto ad accettare la decisione della ragazza.
Ed ecco che fa la comparsa Damiano (Simone Montedoro), uomo aitante che genera, tanto in Giada quanto in Lollo, un vero e proprio colpo di fulmine. E come spesso avviene i due amici diventano rivali perché si sa…in Amore tutto è concesso!
La cortesia, la disponibilità e l’aspetto fisico di Damiano sembrano essere carte vincenti per essere etichettato come “L’uomo ideale” ma non è tutt’oro ciò che luccica. Tra colpi di scena (che non saranno svelati in questo pezzo), la vita della coppia verrà stravolta passando attraverso momenti comici e di riflessione.
Una brillante recitazione del quartetto che vede toccare corde sensibili come quelle della solitudine con l’ingrediente dell’ironia e che, rispetto alla prima edizione, ha definito ancor di più certi passaggi e certe battute. La professionalità delle attrici e degli attori porta il pubblico a non perdere mai l’attenzione per circa due ore di commedia.
L’appuntamento si sposterà ad Ostia, presso il Teatro Nino Manfredi dal 29 marzo al 10 aprile.
Stefano Boeris