Dal giorno della nascita del Corriere sono passati 1000 numeri, un traguardo eccezionale per un giornale indipendente che si è retto sempre sulle sue forze, senza farsi “comprare” dai potentati del momento

Era il 1948, entrava in vigore la Costituzione e nasceva il Corriere di Roma, giornale indipendente d’informazione.

Una giornata storica per Giuseppe Gesualdi, che approdato da poco a Roma, dalla sua amata Calabria, diede vita al primo tassello di un sistema editoriale e culturale ancora oggi in vita grazie a Filippo, che porta avanti, non senza fatica, questo giornale e a Gemma, che con altrettanta fatica, tiene in vita il BRUTIUM, la storica e più antica associazione di calabresi del mondo.

Dal giorno della nascita del Corriere sono passati 1000 numeri, un traguardo eccezionale per un giornale indipendente che si è retto sempre sulle sue forze, senza farsi “comprare” dai potentati del momento.

E in questi 1000 numeri si è potuto raccontare il mondo che ci circondava, in modo libero, dando in modo onesto e trasparente, la propria visione delle cose che accadevano, senza che questi racconti o queste notizie, fossero al servizio di qualcuno.

E nel 1948 iniziò una guerra che, ancora oggi, è tragica realtà quotidiana. In quell’anno ebbe inizio la guerra araboisraeliana che coincise con la proclamazione dello Stato d’Israele e con il ritiro delle truppe britanniche dalla Palestina. Almeno da quel giorno bisognerebbe fare un’analisi per capire perché, oggi ci troviamo ancora in una situazione di guerra, senza per altro intravedere una soluzione pacifica. E nel 48, il 18 Aprile, la prima elezione della Repubblica Italiana come, decisione importante dell’ONU, il diritto di voto alle donne. Questo per dire che la nascita del Corriere di Roma è coincisa con importanti accadimenti per l’Italia e per il Mondo.

Negli anni 50, abbiamo raccontato la rinascita dell’Italia quando il popolo italiano si è impegnato nella ricostruzione post-bellica e ha fatto del nostro Paese un modello di sviluppo. Con tanto lavoro, con tanto entusiasmo e con tanta voglia di uscire da quel tunnel tragico in cui il fascismo ci ha portato entrando in guerra, per altro perdendola anche miseramente, gli italiani hanno aumentato la ricchezza, hanno messo le basi per lo stato sociale e con l’aiuto americano, hanno dato vita all’età dell’oro e al famoso boom economico, esempio per tutto il mondo.

Arrivarono poi i contraddittori anni 60’. Contraddittori perché insieme alla spinta economica, che portava allegria, spensieratezza e voglia di fare, si iniziarono a intravedere nubi all’orizzonte. Tensioni internazionali che venivano calmierate da tre giganti della storia.

Il Presidente Kennedy, Papa Giovanni XXIII e il segretario del Partito Comunista Sovietico, Krusciov. Con la morte di Kennedy e del Papa e con il siluramento di Krusciov, il modo si aprì alle guerre, ad iniziare da quella in Vietnam, che per gli USA fu un dramma anche sociale.

Il Corriere raccontò le prime rivolte studentesche, l’autunno caldo dove i sindacati fecero valere la propria forza per alcune conquiste che però rallentarono la crescita economica del Paese. Passavano gli anni e quel clima di euforia di quel periodo, si spegneva lentamente ed i conflitti sociali prendevano sempre più spazi. La politica italiana registrò la necessità di allargare la maggioranza di governo, aprendosi ai socialisti, dando vita al Centrosinistra, che per anni governò l’Italia.

Ma forse la data che ha segnato, non solo gli anni ‘60, ma la storia dell’umanità è lo sbarco dell’uomo sulla luna. Era il 20 luglio del 1969 e Neil Armstrong, poggiò il suo piede sulla Luna.
Il Corriere di Roma negli anni ‘70 in prima fila nel porre l’attenzione su come i conflitti sociali stavano diventando movimenti eversivi.

Destra e sinistra si affrontavano nelle piazze con una violenza sempre crescente e in quegli anni nasceva il terrorismo che portò alla nascita delle Brigate Rosse, che toccarono il culmine con l’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Vicenda che, come accade spesso in Italia, è ancora ammantata da misteri mai svelati.

Gli anni 70 non furono solo anni bui, furono anche anni di conquiste nel campo dei diritti civili, e se pensiamo al Divorzio e all’Aborto, ci rendiamo conto come questi diritti hanno cambiato la nostra vita.
Gli anni ‘80 sono gli anni della rinascita. La cupezza degli anni di piombo, della crisi economica e dell’austerità professata dal cattocomunismo dilagante, si dovevano in qualche modo superare e questo decennio ha fatto sì che quell’ alone di tristezza volasse via e questo grazie ad un fiorire di nuovi modelli sociali. Pensiamo all’edonismo reaganiano, brillante terminologia inventata da Roberto D’Agostino dove veniva riproposta la voglia di divertimento anche attraverso memorabili programmi televisivi proposti da quel genio di Renzo Arbore.

E poi la Milano da bere, l’avvento del Partito Socialista che con Craxi ha definitivamente abbracciato il riformismo rompendo la sudditanza nei confronti dei comunisti. Furono anni bellissimi, conclusi con la caduta del Muro di Berlino, il simbolo dell’oppressione dell’impero russo sull’est Europa.
Per il Corriere non fu facile leggere e interpretare quegli anni. Si sa, questo giornale aveva una Visione moderata e conservatrice del mondo e le innovazioni di quegli anni, furono tante e radicali.
Gli anni ‘90 furono gli anni in cui la magistratura costrinse la politica all’abdicazione.

Con Mani Pulite, inchieste a senso unico, venne abbattuta la Prima Repubblica ed il corso della storia di questo Paese cambiò radicalmente strada, si impose il bipolarismo e si impose il fenomeno Berlusconi che per 30 anni ha segnato il corso dell’Italia.

Una rivoluzione culturale sostenuta anche dal modello di società proposta dalla tv commerciale che lui presidiava come nessuno ha mai saputo fare.

Sono quasi i giorni nostri, giorni in cui si sono persi appuntamenti con la modernizzazione del Paese, laddove ogni volta che qualcuno vuole cambiare le cose, il fronte del vero conservatorismo che comprende sia la destra che la sinistra, si mette di traverso facendo sì che l’Italia rimanga nel pantano dove si muove dagli anni 70 in poi.

È successo a Craxi, a Berlusconi e a Renzi, tutti respinti da quel blocco di poteri economici e politici che sanno utilizzare la magistratura per i loro scopi, che non sono altro che mantenere lo status quo dei loro privilegi e delle posizioni dominanti acquisite negli anni.

Oggi raccontiamo la destra per la prima volta alla guida del Governo. In pochi avrebbero puntato sulla riuscita di Giorgia Meloni come Premier. Il dato per lei confortante sta nel gradimento verso il suo operato nonostante che le cose non vadano poi così bene. In campo internazionale è stimata e ascoltata, in Italia fatica di più perché la situazione economica non è floridissima è un gruppo dirigente fatica ad emergere.

Una classe dirigente non si improvvisa, ci vogliono anni di esperienza per comprendere le dinamiche di come si governa una nazione.

Anche i giorni nostri li racconteremo con la passione di sempre, attenti a dare la notizia, commentandola nel modo meno partigiano possibile, come è tradizione del Corriere, che in questi anni ha saputo raccogliere intorno a sé collaboratori carichi di entusiasmo che hanno fatto crescere il giornale.

Si è formata una comunità di persone diverse, con interessi e provenienze culturali diverse e che hanno saputo, guidati dal nostro Direttore, creare un’alchimia che consentirà di andare avanti per molto tempo, nel solco dello spirito che ha sempre contraddistinto il Corriere di Roma, attento alla notizia, al commento, mai alla faziosità.

Evviva il Corriere di Roma, evviva il suo Fondatore, evviva il Direttore e tutti quelli che mantengono in vita questo Sogno.

FRANGES

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