Qual è il futuro delle pulsioni e dei movimenti Anti-Establishment in Italia?

Alessandro Di Battista, fermo sostenitore della filosofia che aveva animato la nascita del MoVimento 5 stelle, aveva annunciato il proprio allontanamento dal Movimento compiendo un giro per l’Italia a parlare di politica nelle piazze e aveva poi fondato un’associazione dall’evocativo nome “Schierarsi” come probabile preludio alla nascita di una nuova esperienza partitica.

Dopo essere stato uno dei massimi esponenti dei 5 stelle, Di Battista ha, infatti, lasciato il Movimento perché contrario al nuovo volto che aveva assunto, sempre più vicino a quello dei partiti tradizionali e meno a quello della forza di contrasto “ai poteri forti” che prometteva di voler essere alle proprie origini.

Fonte: Wired Italia

Di Battista vorrebbe quindi apparentemente colmare il vuoto lasciato dal Movimento “istituzionalizzato”, partito dall’idea di volere aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, dai comizi-spettacolo di Grillo, dalla regola dell’uno vale uno e dal rifiuto di alleanze, sino a diventare la maggiore forza parlamentare a sostegno del governo Draghi, come era accaduto all’insediarsi del detto esecutivo, e costruire una collaborazione sempre più strutturale con il PD.

La domanda è: esiste davvero un vuoto da colmare? La storia dei 5 stelle dimostra che, sebbene l’appeal della forza anti-establishment sia fortissimo fra gli elettori, passare dalle parole ai fatti sia più difficile di quello che sembri e aspirare ad essere forza di governo implica dover scendere a compromessi con gli altri partiti e fare i conti con la realtà. Sarà interessante vedere come reagirà l’elettorato alla probabile ennesima delusione di una forza che si presentava come caratterizzata da forti tendenze anti-establishment e che nella testa di molti elettori prometteva un reale mutamento dell’equilibrio politico italiano e di conseguenza di un profondo cambiamento di stato in questo paese.

In tutto ciò l’associazione di Di Battista lanciata nell’aprile di quest’anno non sembra aver provocato nessun cambiamento sostanziale nello scenario politico del paese.

Alberto Fioretti

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