In scena al Teatro Massimo Bellini di Catania dal 20 al 28 ottobre

È encomiabile il lavoro svolto dal Teatro Massimo Bellini di Catania nelle ultime stagioni, nonostante l’incombente ombra della recente pandemia. Titoli a volte poco commerciali hanno esposto il pubblico catanese a un elevamento culturale e musicale eccellente.

Quello proposto dal 20 al 28 ottobre è un allestimento storico, in lingua originale, che si basa – come ci dice lo stesso regista Marco Gandini – sullo spettacolo realizzato negli anni ‘60 da Franco Zeffirelli per il Teatro Massimo di Palermo: «Gli anni ‘60 – afferma – hanno rappresentato il periodo aureo nella produzione dell’arte scenica di Zeffirelli e la sopravvivenza di questo allestimento, tra gli altri, testimonia e rappresenta la prova di questo valore implicito».

Fonte: ilSicilia.it

Ad accompagnare una siffatta storica produzione un cast di cantanti d’eccezione, a cui il pubblico ha richiesto bis più che acclamati. Ma entriamo nel vivo dei significati così attuali di quest’opera di Gaetano Donizetti. In un’epoca, la nostra, dove il tema della parità di genere è così attuale scopriamo come anche il compositore sarebbe stato esposto a questa crescente battaglia politica per l’uguaglianza delle donne, durante la sua permanenza a Parigi.

Un dettaglio che ha implicazioni particolarmente interessanti per un’opera composta alla fine degli anni Trenta dell’Ottocento: La fille du régiment rappresenta la prima incursione di Donizetti nell’opera francese; come compositore di numerose opere italiane, la sua avventura nell’opéra comique fu una combinazione completa del suo stile compositivo italiano con i linguaggi musicali e teatrali francesi.

Questa fusione musical-drammatica delle tradizioni operistiche è evidente nell’insolita rappresentazione di Donizetti della protagonista dell’opera, Marie. Il ruolo di Marie come eroina romantica riflette i cambiamenti contemporanei nei ruoli delle donne nella società del diciannovesimo secolo, e mostra una sintesi unica dell’opera buffa italiana e delle convenzioni compositive dell’opéra comique francese, che evoca la progressiva evoluzione del ruolo delle donne dell’epoca.

La fille du regiment venne rappresentata per la prima volta l’11 febbraio 1840 all’Opéra-Comique di Parigi, su libretto di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e Jean-François-Alfred Bayard. A questo punto, il genere dell’opéra comique era cresciuto dalle sue radici vaudevilliane a una forma più grandiosa di teatro musicale, sebbene incorporasse ancora il dialogo parlato invece del recitativo.

Inoltre, durante questo periodo, “gli autori dell’Opéra-Comique fornivano racconti romantici che consentivano lo sfruttamento del ‘colore locale’ e con lieto fine.” Riflettendo su questa tradizione, la costruzione della trama dimostra le convenzioni drammatiche dell’opera comica dell’epoca.

Il Massimo Bellini si è così inserito più che dignitosamente nella linea di vari teatri in giro per il mondo, nella riproposizione di uno dei lavori di Franco Zeffirelli per festeggiare il centenario della sua nascita. 

Roberto Begnini

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